Far East Film Festival 25: tripletta di Gelsi per il film malesiano “Abang Adik”
Il capolavoro di Jin Ong convince pubblico e critica. Si tratta del primo Gelso d’Oro per la Malesia.
“L’importante è che abbiate sempre lo stesso coraggio che avete avuto quando siete partiti”. Il Far East Film Festival numero 25 si chiude con la riflessione di Johnnie To, regista molto amato dal pubblico della rassegna cinematografica che ogni anno si tiene ad Udine.
Il coraggio di dar vita a una manifestazione interamente dedicata al cinema del “Lontano Oriente”, il coraggio di ripartire in grande stile dopo una pandemia, il coraggio di continuare a credere nella poesia del grande schermo.
Il cineasta hongkonghese rende omaggio al Far East Film Festival, rassegna che conosce molto bene: nel 1999 ha vinto la prima edizione del FEFF con il noir “A Hero Never Dies”, nel 2012 ha ricevuto il gelso d’Oro alla carriera e quest’ultima edizione lo ha visto protagonista di una Masterclass e di una rassegna a lui dedicate.
Per il suo venticinquesimo compleanno, il Far East Film Festival ha ritrovato il calore del suo pubblico e un red carpet ricchissimo di star – ben 70 gli ospiti presenti in quest’edizione! E non sono mancate le sorprese, a cominciare dal trionfatore assoluto di questa edizione: “Abang Adik”, opera prima del regista malese Jin Ong.
Un momento storico per la Malesia, che vince il Gelso d’Oro per la prima volta – dopo aver sfiorato il successo nel 2020, con l’ottimo “Victim(s)” di Layla Ji’s.
Abang Adik, struggente storia nei sobborghi di Kuala Lumpur
Abang e Adik vivono ai margini della società, sono sprovvisti di documenti, non posseggono nulla. Li tiene in vita un legame inossidabile, che alimenta la loro speranza di cambiamento. E che verrà messo in crisi da un tragico evento.
I due fratelli si incontrano ancora una volta, ripetono il gesto che per molti anni ha stabilito il loro vincolo affettivo, non si rivedranno mai più.
Questa straordinaria sequenza di immagini sprigiona l’abilità narrativa di Jin Ong, al suo esordio dietro la macchina da presa. Una storia di emarginazione e di fratellanza, ambientata nei sobborghi di Kuala Lumpur.
“Abang Adik” (Fù dōu qīngnián) ha messo d’accordo praticamente tutti: il film di Jin Ong ha conquistato il Gelso d’Oro come miglior film, il Gelso Bianco per la migliore opera prima e il Black Dragon Award – assimilabile al Premio della Critica.
Tutti i numeri del Far East Film Festival 25
L’edizione numero 25 del Far East Film Festival ha stabilito cifre da record: 78 pellicole proiettate al Teatro Nuovo Giovanni da Udine e al Visionario, 43 film in competizione, 9 anteprime mondiali e oltre 60.000 spettatori.
Accanto ai film in competizione, una retrospettiva dedicata ai grandi classici degli anni ’80 e ’90, un tributo a Baisho Chieko e le rassegne monografiche su Johnnie To, Jang Sun-Woo e Po-Chih Leong – questi ultimi, grandi protagonisti delle Masterclass assieme a Hiroki Ryuichi.
Ben 70 gli ospiti presenti al Teatro Nuovo, 12 gli esordi cinematografici in gara per il Gelso Bianco e 22 i titoli visibili nella sezione online del FEFF – attraverso la piattaforma MyMovies.
Un’edizione da record, che testimonia il successo di un festival molto amato a tutte le latitudini.
Tutti i premi e le pellicole più interessanti del Far East Film Festival 25
“Abang Adik” ha conquistato l’audience award con una media-voto di 4,62 su 5, mentre i Black Dragon gli hanno attribuito un punteggio di 4,54. Punteggi davvero altissimi per la struggente pellicola di Kuala Lumpur, che ha primeggiato in un’edizione pur ricca di film di ottima qualità – che si è conclusa con la proiezione di “Full river red”, ultimo lavoro del maestro Zhang Yimou.
L’opera prima di Jin Ong si è imposta sul secondo classificato per un soffio: il Gelso d’Argento è andato al sudcoreano “Rebound” di Chang Hang-jun, che ha ottenuto una media di 4,60 voti. Terzo posto per “Yudo” di Suzuki Masayuki, che ha ottenuto una media di 4,25 voti.
Trovare sul podio Corea del Sud e Giappone è ormai una consuetudine al Far East Film Festival, a testimonianza dell’ottimo lavoro dei rispettivi consulenti Darcy Paquet e Mark Schilling – quest’ultimo presente al FEFF anche nel ruolo di sceneggiatore dell’audace commedia “Convenience Story” di Miki Satoshi.
Come abbiamo accennato, Jin Ong si è aggiudicato anche il Gelso Bianco per la migliore opera prima. “Abang Adik” è stato premiato per aver raccontato “una storia di speranza ambientata in un mondo senza speranza, un film che racconta temi come la fratellanza, la solitudine, l’ingiustizia sociale”.
La giuria capitanata da Sydney Sibilia ha inoltre espresso una menzione speciale per “Lost Love” di Ka Sing-fung (Hong Kong), un film che abbiamo apprezzato anche noi e che “parla al cuore dello spettatore raccontando la maternità in modo assolutamente inedito, attraverso una potentissima interpretazione di Sammi Cheng”.
Il film taiwanese “Day Off” di Fu Tien-yu, invece, si è aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura. Il presidente della giuria Massimo Gaudioso ha motivato la scelta spiegando come questa poetica storia di una parrucchiera di periferia illustri sapientemente “come fare il proprio mestiere con amore possa portare senso e conforto nelle fatiche dello stare al mondo”.
Si tratta di una pellicola molto sentita dalla regista taiwanese Fu Tien-yu, che ha spiegato al pubblico di Udine che la storia è ispirata alle vicende lavorative e personali di sua madre.
Da Taiwan, al FEFF 25 sono arrivati molti film che abbiamo amato: “Gaga” di Laha Mebow, incredibile storia di una famiglia indigena già trionfante ai Golden Horse Awards di Taipei; l’ottimo thriller “The Abandoned” dell’esordiente Tseng Ying-ting e il bellissimo “Untold Herstory” di Zero Chou, che racconta la storia di un gruppo di detenute nel periodo del Terrore Bianco.
Completa il palmares un altro film che abbiamo amato, “The Sales girl” di Janchivdorj Sengedorj, che si è aggiudicato il Gelso Viola assegnato dagli utenti della community di MyMovies con una media di 4,42 voti.
ALL THE #FEFF25 WINNERS!
🟣 PURPLE MULBERRY AWARD (MyMovies Award)
THE SALES GIRL by JANCHIVDORJ SENGEDORJ pic.twitter.com/IUI0T1h3Jp
— Udine Far East Film (@fareastfilm) April 29, 2023
Graditissimo ritorno della Mongolia al Far East Film Festival di Udine, con una commedia indie brillante, divertente e commovente al tempo stesso che racconta l’emancipazione di una studentessa che si ritrova un po’ per caso a gestire un sexy shop. Splendida l’interpretazione di Bayartsetseg Bayangerel e molto belle anche le musiche di Dulguun Bayasgalan.
A proposito di musica, non possiamo non concludere la nostra panoramica sui film più interessanti del Far East Film Festival 25 i vincitori morali di questa edizione: i fratelli Hirobumi e Yujiro Watanebe., rispettivamente regista e compositore della soundtrack di “Techno Brothers” (Tekunoburazazu).
A metà strada tra i Kraftwerk e i Blues Brothers, la pellicola vede impegnati i due fratelli in un viaggio alla ricerca della gloria, un divertentissimo road movie da Otawara a Tokyo al seguito della spietata manager Himuro. Completo nero, occhiali da sole e camicia rossa: i Techno Brothers hanno letteralmente conquistato Udine! Non vediamo l’ora di vedere il sequel di Tekunoburazazu!
With the amazing #WatanabeBros aka #TechnoBrothers ❤️
We loved the movie, the music tracks… the Brothers themselves above all!#Feff25 #WatanabeBrothers #fareastfilmfestival pic.twitter.com/g6lbPhcSBr
— Arianna Acciarino (@MyNameIsArianna) April 30, 2023
Gelso d’oro alla carriera per l’attrice giapponese Baisho Chieko
Uno dei momenti più intensi del Far East Film Festival 25 è stata senza dubbio la cerimonia per il Gelso d’Oro alla carriera, che quest’anno è andata alla leggendaria attrice giapponese Baisho Chieko.
Cantante e attrice di grande successo, ispiratrice di Miyazaki per il personaggio di Sophie (Il castello errante di Howl), straordinaria interprete della celeberrima saga di Tora-san. 91 anni vissuti intensamente sotto i riflettori, Baisho Chieko succede a Takeshi Kitano e incanta il pubblico con una magistrale interpretazione in “Plan 75”, film distopico giapponese di Hayakawa Chie che ipotizza un Piano Governativo per l’eutanasia volontaria degli over 75.
Atmosfera magica, recitazione da brividi, pellicola toccante sul valore dell’esistenza e delle relazioni umane. Un’attrice leggendaria incontra l’entusiasmo di un festival giovane che ha già superato diverse prove di maturità.
Articolo a cura di Domenico Spampinato
e Arianna Acciarino
Immagine di copertina via twitter.com/fareastfilm