Il Gambero Rosso che va avanti
A Palazzo Brancaccio a Roma presentata la nuova forma delle famose guide del Gambero Rosso. Ed è un vero e proprio fermento.
Nuovo design, nuovo direttore, stessa filosofia.
Il Gambero Rosso non ha bisogno di presentazioni. Per i nuovi curiosi basti dire che la casa editrice rappresenta non solo una guida, ma un faro nell’immenso panorama del gusto e della buona tavola. Un risultato che viene da una storia quasi quarantennale di eccellenza, ma in costante rinnovamento.
Fondato nel 1986 da Stefano Bonilli, il Gambero Rosso nasce come inserto del quotidiano Il Manifesto per poi vivere di vita e luce propria. Le sue guide sono un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo e per gli addetti ai lavori. Uno sguardo costante verso la novità ma con radici ben piantate nella tradizione. Questa è la formula del Gambero Rosso.
Un gambero che va avanti
“Proprio dal simbolo siamo partiti – dice Tina Perenato, la designer incaricata del restyling delle guide 2024 – . Prima di iniziare a lavorare, ovviamente chiedo le vecchie edizioni. Per nutrirmi, un po’ come si fa il pane, appunto. Un materiale che lievita, per giorni. Questi volumi mi vengono spediti in studio in una scatola. Appena arrivano, la meraviglia nel trovare a sigillo il logo storico del marchio. Il Gambero Rosso impresso a cera. Ho capito subito che da lì dovevo cominciare. I bordi un po’ scontornati e il colore acceso. La novità ben ancorata ai valori saldi della sua storia”.
“Così come in cucina non si può generare vera innovazione senza radicarla nella tradizione – commenta Marco Mensurati, il nuovo direttore – abbiamo scelto di ribattezzarle con un grafica vintage originale, che parte da un segno originale degli esordi del Gambero”.
Un simbolo che racconta una storia. “Pochi sanno che l’origine del nome è tratto proprio da un romanzo iconico. L’Osteria del Gambero Rosso è il locale dove il gatto e la volpe traggono in inganno Pinocchio”.
Sorride sornione il nuovo direttore. La sua stessa scelta vuole rappresentare una continuità con le origini.
“Giornalista di lungo corso, lo abbiamo letteralmente strappato a Repubblica – interviene Laura Mantovano, storica direttrice editoriale delle guide – proprio come il fondatore Stefano Bonilli. La notizia prima di tutto”.
Ma la storia che racconta è più vicina alla nostra, quella di tutti i giorni. Lo sfondo che sembra di cartone, sopra di esso la macchia impressa dalla tazzina di caffè, nel caso della guida dedicata ai Bar d’Italia.
Un tocco rivolto ai giovani?
“Non deve essere tutto per forza acchiappa giovani – risponde Marco Mensurati -. Non posso certo pensare di attrarre un giovane con un design nuovo, o con un impaginazione per certi aspetti vintage, anche se noto che la nuova generazione è molto attratta da questo tipo di dettaglio.
È la fruibilità la chiave del successo. Ed è per questo che non manchiamo di curare la forma online. Ricca di contenuti e in costante aggiornamento.“.
Tutto pronto per il consumo. “Un consumo curioso e goloso”.
Da non dimenticare anche i prossimi appuntamenti firmati Gambero Rosso, con la presentazione della Guida Pane e panettieri d’Italia 2024 (l’8 giugno) e la Guida Street Food del Gambero Rosso 2024 (il 4 luglio).
Articolo a cura di Andrea Pezzullo