Essere bambini ne “I giorni lunghissimi della nostra infanzia”
L’intensità e la difficoltà di essere bambini. Una sottile tensione, la sensazione che prima o poi accadrà qualcosa di irreparabile.
Ho conosciuto la penna di Laura Fusconi per la prima volta sulle pagine del primo numero di Vitamine, rivista frutto di un progetto interessante. Di quel racconto avevo apprezzato la scrittura, la prospettiva adottata e la narrazione che apre scorci ma non si perde mai, arriva dove deve arrivare e assesta colpi al cuore ben piantati. Mi aveva colpito così tanto che nonostante la mia memoria a breve termine faccia le bizze ultimamente, i miei neuroni hanno trattenuto il nome di questa autrice.
L’ho ritrovata tempo dopo nel catalogo Nottetempo con il romanzo I giorni lunghissimi della nostra infanzia (tra le altre cose con una copertina che trovo molto bella) in cui c’era la stessa penna di quel primo racconto ma ancora più convincente perché poggiata sulla gestione molto efficace dell’intreccio.
Diviso in tre parti, in ognuna di esse Laura Fusconi narra la giornata di un bambino o di una bambina, adottando come voce narrante proprio quella del protagonista bambino.
Susanna, Annalia e Matteo.
Ognuno di loro ha un mondo attorno e lo vive con l’intensità con cui vivono la vita i bambini, quell’intensità che fa di ogni ostacolo un insormontabile problema e di ogni simpatia l’amore di una vita.
Gioco spesso a chiedermi a quale delle mie precedenti età mi piacerebbe tornare se avessi una bacchetta magica. E confesso che non scelgo mai quegli anni lì. Ricordo che in quel periodo della vita (i protagonisti di questo romanzo frequentano gli ultimi anni della scuola elementare) era tutto un po’ un casino: cominciavamo a capire “le cose dei grandi” molto più di prima, le emozioni si acuivano, diventavano sempre più complesse e non le comprendevamo fino in fondo, c’era ancora spazio per il gioco e la fantasia ma già si creavano dinamiche con gli altri bambini e bambine non sempre gradevoli, c’era quel fortissimo desiderio di piacere ed essere accettati, ci mancavano tante risorse e non avevamo una reale capacità o possibilità di autodeterminarci. Insomma, secondo me quell’età non è semplice per niente.
E Laura Fusconi sceglie di immergere la narrazione proprio lì. Per la sottoscritta un reale viaggio nel tempo con riferimenti che forse avranno lo stesso effetto anche su altri lettori che come me a quell’età leggevano Cioè, attaccavano al muro i suoi poster con gli attori all’epoca bellissimi, vedevano I Cavalieri dello Zodiaco ognuno tifando per il suo preferito.
I personaggi si costruiscono pagina dopo pagina attraverso una gestione dell’intreccio narrativo molto ben orchestrata.
Perché lungo il corso di quella giornata (il giorno della gita al museo per Susanna, per Annalia una giornata con un’amichetta all’azienda agricola dove lavora il padre, il giorno della fiera del paese per Matteo) l’autrice apre numerosi flashback e narra e ricollega fatti che coinvolgono i protagonisti. Così la narrazione, pur nello scorcio di poche ore, procede e al contempo si compongono con vividezza e realismo i personaggi.
Susanna deve affrontare lo scherno dei suoi compagni di classe ma soprattutto il declino fisico dell’amatissima nonna, l’unica sua vera alleata. Annalia vive in una famiglia in cui la gioia è scomparsa un giorno in bicicletta in direzione del Trebbia e dalle sue acque non è più riemersa, lei ha perso un fratello ma, in fondo, ha perso anche i genitori. Matteo ha una madre che sta male, un padre che non è in grado di starle accanto e una sorellina speciale cui badare gran parte del tempo.
Ognuna delle tre parti del romanzo è separata e collegata alle altre.
L’angolo di osservazione acquisisce man mano maggiore ampiezza incamerando nuove prospettive ed elementi. Una sottile tensione, la sensazione che prima o poi accadrà qualcosa di irreparabile, accompagna il lettore sottopelle nel corso di tutta la narrazione. E alla fine tutto trova sintesi.
E sì, che la vita quando sei bambino non sia facile è un eufemismo.
Articolo a cura di @vivileggiama
Laura Fusconi
I giorni lunghissimi della nostra infanzia
Nottetempo, 2022
pp. 313, 17 euro