Un lavoro da donne: Kim Gordon lascia il segno al Teatro Romano di Ostia Antica (e in libreria)
La co-fondatrice dei Sonic Youth ha portato live la sua musica nel parco archeologico di Ostia Antica: vi raccontiamo la serata ma anche il suo libro “Un lavoro da donne”.
Femminista, attivista per i diritti civili, artista visiva, stilista, madre, scrittrice, imprenditrice, curatrice, ma poi la maggior parte delle persone la conosce come musicista compositrice e co- fondatrice, insieme all’ex marito Thurston Moore, dei Sonic Youth.
Kim Gordon, dunque, è una di quelle persone difficili da catalogare e inquadrare in modo univoco e lo dimostra anche tutta la serie di sostantivi usati sopra.
La sua storia inizia alla fine degli anni Cinquanta, a Rochester, capoluogo della Contea di Monroe, nello stato di New York e viene da lei raccontata nell’autobiografia Girl in a Band (della quale abbiamo parlato qui qualche tempo fa) e oltre alla carriera da musicista nei Sonic Youth la sua vita è stata ricca anche di altre cose, ma poi i suoi lavori più popolari sono quelli legati alla musica.
Il suo ultimo e primo disco da solista è del periodo pre-pandemia No Home Recording (2019) che sta presentando in questo periodo anche in Europa, mentre la sua ultima fatica editoriale è in veste di curatrice per l’antologia Un lavoro da donne, una raccolta curata da Gordon e la scrittrice irlandese Sinéad Gleeson portato in Italia (anche grazie alla paziente traduzione di Chiara Veltri) da SUR e uscito a marzo 2023.
Avendo letto prima il libro e poi partecipato alla data italiana del No Home Recording al Teatro Romano di Ostia Antica lo scorso 5 luglio, ho pensato di unire le cose, convinto che tra lo show e quanto riportato nel libro ci fosse una sorta di fil rouge e così è stato, ameno nell’attitudine di Gordon.
“Un lavoro da donne” è composto da 16 saggi affidati ad altrettante (se consideriamo anche le due curatrici che firmano 2 pezzi) narratrici, giornaliste, musiciste e produttrici che raccontano le loro esperienze musicali da una prospettiva tutta femminile. Dentro ci sono racconti di concerti vissuti, dischi ascoltati, intere vite di vere e proprie eroine che hanno vissuto dentro e fuori il music business.
Tutte le autrici raccontano cose diverse e in modo diverso: chi dedica il saggio alle artiste preferite e chi si concentra più su sé stessa, la propria vita e le proprie emozioni che passano attraverso una canzone o una musicista.
Questo progetto editoriale di certo riesce a solleticare la curiosità dei lettori e delle lettrici perché si scoprono cose nuove (io stesso non conoscevo la metà della musica citata), allo stesso tempo però non è una lettura scorrevole per via di stili di narrazione e approcci diversi al racconto.
Ad esempio Kim Gordon, nel suo saggio, ha scelto di parlare del suo progetto Free Kitten (un gruppo da lei formato nel 1992), ma raccontando dell’inserimento nel gruppo della batterista giapponese Yoshimi Yokota e intervistando per via epistolare quest’ultima. Rievocando episodi e ricordi di quel periodo, ma anche le diversità culturali tra Stati Uniti e Giappone.
Dal folk dei Caraibi alla trap, dal country alla musica elettronica, in questo libro troviamo tanta musica, aneddoti e curiosità inedite fino ad oggi. Anche solo per questo dovrebbe far parte di quel bagaglio culturale che gli uomini e le donne appassionate di musica dovrebbero sapere.
Dopo averla vista dal vivo ad Ostia nell’ambito della rassegna musicale Roma Incontra il Mondo (organizzata da Arci Roma e Trenta Formiche) mi sono reso conto che Kim Gordon suona dal vivo esattamente come scrive: che sia un saggio o un’autobiografia prima parte sempre dalle parole che vuole dire per esprimersi e poi (eventualmente) la musica si adatta ai testi e svolge il ruolo di una colonna sonora. Nel live di Ostia lo show era anche accompagnato da un maxischermo sul fondo che passava immagini di strade di periferia, infuocati agglomerati urbani e paesaggi che, a mano a mano che proseguiva lo show si amalgamano sempre meglio con le canzoni e la musica di Gordon e le sue musiciste.
Un set minimale (chitarra, basso e batteria) per una scaletta che rimane molto fedele alla tracklist del disco fa capire tutta la complessità di quest’artista dove anche le sue colleghe di palco a volte hanno difficoltà a seguirla.
Eclettica, determinata, curiosa e ricercata Kim Gordon elargisce musica, arte e politica tutto allo stesso tempo e ti travolge come un’onda. Un concerto non facile da seguire, come del resto lo è il suo disco e il libro da lei curato, ma se riesci ad entrare nella sua lunghezza d’onda riesci anche a vedere tutto il suo splendore.
Un lavoro da donne
a cura di Sinéad Gleeson e Kim Gordon
traduzione di Chiara Veltri
prefazione di Claudia Durastanti
SUR, 2023
pp. 314, € 20