La crisi di nidi e scuole dell’infanzia a Roma

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Il 5 ottobre educatrici dei nidi e maestre della scuola dell’infanzia hanno scioperato in Campidoglio contro la contrazione dell’organico, che va a discapito di dipendenti capitolini e bambini.

Giornata di passione quella del 5 ottobre 2023 per i genitori dei bambini di nidi e scuola dell’infanzia di Roma a causa di uno sciopero indetto da USB, Cobas e ADL Cobas: tra le motivazioni “la contrarietà rispetto alle operazioni di contrazione dell’organico nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, anche in merito all’assegnazione dell’organico di integrazione per i bambini diversamente abili”. L’agitazione si è resa necessaria proprio perché in tante, troppe strutture della Capitale l’anno educativo-scolastico è iniziato tra mille difficoltà con i più piccoli a subire una situazione che potrebbe degenerare del tutto.

A questo proposito abbiamo chiesto alle varie parti in causa di spiegarci le condizioni in cui versano i dipendenti di Roma Capitale:

Mirko Anconitani, Segretario Responsabile UIL FPL Roma Capitale
Riteniamo che questa sia la fase della responsabilità. Certo la situazione del settore educativo e scolastico in queste prime settimane di riapertura è stata dura e le colleghe sono state messe sotto forte pressione. Grazie all’accordo sottoscritto con l’amministrazione, che via via, in virtù di un monitoraggio costante che stiamo effettuando su tutti i territori ed alla sinergia ed al continuo dialogo con il Dipartimento Educativo e scolastico, stanno recependo tutti i Municipi, la catastrofe è stata evitata. Sono state garantite a partire dalla scuola dell’infanzia migliori condizioni di lavoro, un maggior numero di contratti annuali con potenziamento degli organici, scongiurando la temuta ed inaccettabile traslazione oraria che avrebbe riportato i nidi e le scuole dell’infanzia capitoline all’epoca del Sindaco Marino. Stiamo continuando a lavorare con il Dipartimento e l’assessore Pratelli per garantire con l’inizio del nuovo anno, condizioni di lavoro ancora migliori, con l’arrivo nei plessi in aggiunta ai funzionari già presenti dei coordinatori pedagogici, nuovi contratti fino a fine anno e migliori condizioni per le supplenze con un particolare riguardo ai nidi ed alla fase dell’accoglienza. Dobbiamo pensare a dare sostegno alle nostre educatrici ed insegnanti, garantendo un servizio di qualità per i nostri bambini.

Andrea Catarci, Assessore alle Politiche del Personale, al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti
I dati dello sciopero del 5 ottobre del personale educativo di nidi e scuole dell’infanzia, indetto da alcune sigle di base non firmatarie dei contratti, hanno confermato che la quasi totalità di insegnanti, educatrici e Funzionari hanno e stanno apprezzando gli effetti dell’accordo sindacale sottoscritto a metà settembre che ha permesso, tra l’altro, anche l’aumento significativo dei contratti annuali per il personale supplente. Tra le fila dell’opposizione, con la destra in testa, c’è poi chi gioca irresponsabilmente ad alimentare polemiche sulla base di bugie conclamate come l’assenza di risorse. Niente di
più falso: l’amministrazione ha stanziato piene risorse per il lavoro flessibile a garanzia del rispetto delle normative del settore educativo e scolastico, a tutela del personale e dei servizi dedicati alle bambine e ai bambini e alle loro famiglie. Non solo, circa la metà del piano assunzionale 2023 è stato dedicato all’ingresso a tempo indeterminato di insegnanti ed educatrici e nella preintesa sul contratto decentrato, sottoscritta da tutte le Organizzazioni Sindacali e dalla RSU, si sono previsti forti riconoscimenti economici per il lavoro di educatrici, insegnati e funzionari. Basta bugie, queste si sulla pelle di bambine e bambini.

Antonio De Santis, Consigliere Assemblea capitolina (M5s)
Noi avevamo già denunciato nel febbraio scorso il fatto che dal Dipartimento Risorse Umane fosse stata segnalata l’impossibilità a sostenere l’integrazione delle supplenze nei nidi e nelle scuole dell’infanzia di Roma Capitale. Per mesi, nonostante questa denuncia dello stesso Dipartimento Risorse Umane, poi raccolta da noi come opposizione, non si è mosso nulla, fino ad arrivare, fino all’ultimo istante di fatto, in cui si è stati costretti ad avviare l’anno scolastico in una condizione del tutto precaria, con un caos, anche ovviamente e giustamente con i sindacati, con un accordo firmato non da tutte le sigle sindacali, ma solo da una parte di esse, che di fatto non ha risolto nulla. Di conseguenza i disservizi sono quotidiani e soprattutto lavoratrici e lavoratori sono costretti ad operare in condizioni che stanno diventando ormai disumane. Senza contare i disservizi che vengono provocati alle famiglie, quindi ai genitori, che sono molto spesso costretti ad andare a riprendere i figli proprio a causa dei buchi nella gestione delle singole sezioni delle scuole capitoline. Una situazione inaccettabile di fronte alla quale l’amministrazione sembra tuttora inerte, nonostante i proclami, nonostante le dichiarazioni pubbliche trionfalistiche che presupponevano un rilancio, addirittura un prolungamento orario delle scuole e dei nidi, quando invece non si è in grado neanche di tenerle efficienti nell’orario diurno. Di conseguenza per lo sciopero di domani (ieri, ndr) siamo assolutamente vicini alle lavoratrici e ai lavoratori e continueremo con i nostri atti a denunciare e a sostenere le battaglie che devono essere fatte per ripristinare una condizione quantomeno di normalità.

In ultimo, ma non meno importante, è stato ascoltato direttamente anche il personale educativo, che ogni giorno lavora affinché i bambini possano stare in un ambiente sano. Ecco le parole di Luana Arduini, educatrice nido: Con i nuovi modelli organizzativi ci ritroviamo a non essere sostituite se si è a rapporto nella struttura, ad esempio una sezione con due educatrici con 9 piccoli (che hanno bimbi anche di 5 mesi) dovrebbe spostarsi da me con 18 medi (il più grande da me ha 2 anni e il più piccolo ha appena compiuto 1 anno) perché si è a rapporto, quindi la mia collega assente potrebbe non essere sostituita. Ci ritroviamo ad essere delle sorveglianti anziché delle educatrici nido e delle insegnanti della scuola dell’infanzia, non possiamo trasmettere il nostro sapere ai piccoli utenti, tutti i progetti pedagogici ed educativi in questo modo vengono meno, non c’è rispetto dell’individualità del bambino perché in questa fase così delicata come l’ambientamento non abbiamo i ‘mezzi’ necessari per far fronte alle loro richieste dato che ci troviamo sotto organico. Abbiamo riaperto i servizi il 29 agosto e il 1° settembre ma ad oggi ci sembra già fine anno educativo/scolastico per come siamo provate.” 

Come sottolinea il coordinamento educatrici e insegnanti Municipio VIII di Roma Capitale, “l’amministrazione ad oggi ancora non ha fatto chiarezza sulla governance del settore educativo-scolastico. Tutti ci chiediamo: che ruolo avranno i coordinatori pedagogici? I funzionari e le poses avranno un riallineamento per tale figura? In che modo partiranno i servizi dal 1° gennaio 2024? Per non parlare della graduatoria unica delle supplenti, che senza una proroga da parte dello Stato non potrà essere rinnovata.

Al di là delle dichiarazioni, che come sempre pendono da una parte o dall’altra, è certo che delle difficoltà ci sono, anche importanti, e che la situazione socio-educativa di Roma rischia di compromettersi se non ci saranno azioni pratiche, nell’interesse dei dipendenti capitolini e soprattutto dei bambini.

Articolo a cura di Graziano Rossi

Immagine di copertina gentilmente concessa

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