A Gaza non c’è combustibile per alimentare le incubatrici
A Gaza sono circa 130 i neonati prematuri nelle incubatrici a rischio per la mancanza di rifornimenti.
Sono circa 130 i bambini nati prematuramente a Gaza da quando è scoppiato il conflitto lo scorso 7 ottobre. Devono essere tenuti in incubatrici e, secondo il Ministero della Salute della Striscia di Gaza, sono in pericolo per la mancanza di rifornimenti alla popolazione.
L’Ufficio per gli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (OCHA – Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) ha richiamato l’attenzione in merito segnalando che a causa della “grave” scarsità di combustibile e forniture mediche sono state spente sette incubatrici – che di norma si usano per i casi critici – nel Hospital Shifa, il più grande di Gaza.
Every second counts for about 130 premature babies in #Gaza who rely on fuel to keep their incubators running.
The severe shortage of fuel and medical supplies has already forced the shutdown of seven critical incubators at Shifa Hospital.
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— OCHA oPt (Palestine) (@ochaopt) October 23, 2023
OCHA riporta che un neonato di otto giorni nato prematuramente è stato trasferito lì dopo che la sua casa è stata danneggiata lo scorso 15 ottobre in un attacco che ha ucciso la sua famiglia. La madre era alla 32esima settimana di gravidanza e le equipe mediche sono riuscite a portarla in ospedale, dove ha dato alla luce suo figlio prima di morire. Il neonato “deve affrontare” adesso ”molteplici problemi di salute, e il rischio aggiuntivo dovuto alla scarsità di combustibile necessario per alimentare la sua incubatrice”, spiega la ONU.
Gli ospedali sono in sovraccarico e la mancanza di scorte essenziali sta mettendo in pericolo la vita di tanti neonati e delle donne in gravidanza, che sono costrette a partorire in condizioni precarie. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) stima che allo stato attuale ci siano a Gaza 50 mila donne incinte e 150 parti al giorno.
Traduzione di Valentina Cicinelli via eldiario.es
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