Tanti auguri Sei tutto l’indie di cui ho bisogno
Dieci candeline su cui soffiare ed una festa a cui abbiamo partecipato.
Come gli artisti che iniziano dalla cameretta e successivamente puntano ad arrivare ad un pubblico più vasto dei peluche e delle action figure posati tra mensole e letto, anche Giuseppe e Gian Marco partono da una camera di una casa condivisa nella periferia sud-est romana.
Nasce tra quelle quattro mura l’idea di creare una pagina Facebook che parlasse di musica, che fungesse da valvola di sfogo ma anche da aggregatore per gli appassionati del genere, soprattutto indie italiano, così prende vita Sei tutto l’indie di cui ho bisogno.
Quell’idea ha compiuto 10 anni e per festeggiare il 27 ottobre è stato organizzato al Monk un evento a cui siamo stati felici di aver partecipato.
Dopo una breve chiacchierata organizzata all’esterno della sala concerti del Monk dove si è discusso non solo della musica indie ma anche di quello che questo “movimento” ha portato, la voglia di nuovo, di ricerca, di condivisione.
Finito lo speech ci siamo spostati all’interno per l’inizio del concerto.
Inizio timido che ha visto la cantautrice Kuni salire sul palco con una esibizione intima, chitarra, tastiere ed un pc da cui far partire dei sample.
Torna il concetto di cameretta e Kuni sta provando ad affacciarsi al mondo col suo pop dai toni malinconici in inglese.
Totalmente diverso il mood portato sul palco dai Soloperisoci che portano on-stage il loro primo album Ingresso riservato.
Un jungle pop un po’ new wave e un po’ it-pop romano capace di attivare il pubblico.
Reggono bene il palco e l’esibizione è più che convincente, bravissimi nel scaldare l’ambiente prima dei “pezzi grossi” attesi dalla maggior parte degli spettatori.
Clavdio con quella voce può cantare quello che vuole.
Chitarra e voce, un ipad sul tavolo praticamente non utilizzato, non è semplice essere così incisivi ma lui ci riesce benissimo perché scrive altrettanto bene.
Mi sarebbe piaciuto sentirlo con una band a supportarlo, forse l’unico problema è che a lui serve un gruppo di musicisti veramente capace ed abile a ricreare determinate atmosfere oppure un band minima giusto per dare un po’ di ritmo quando serve, la via di mezzo potrebbe rompere quell’equilibrio musicale che è in grado di creare.
Concludono la serata live i Management (che fu dolore post operatorio) perfetti ed adatti per chiudere una festa come questa.
L’energia della band è indiscutibile e la trasformazione da pubblico a folla che salta, balla, si spinge e canta ogni singola canzone ne è la dimostrazione.
Piacevole e gradita anche l’incursione di Nicolò Carnesi sul palco insieme ai Management con cui ha fatto un paio di brani.
Una serata del genere era tutto ciò di cui avevamo bisogno.