Letizia Battaglia: ultimi giorni per visitare la mostra a Roma

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Fino al 5 novembre alle Terme di Caracalla l’esposizione “Letizia Battaglia Senza fine”, un omaggio alla grande fotografa palermitana.

C’è ancora qualche giorno per visitare la mostra fotografica dell’anno a Roma, fino a domenica 5 novembre.

Quando vita e arte coincidono non esiste una fine, perché quello che si è fatto e lasciato continuerà a ispirare, interrogare, creare. Per sempre.

È questo il senso di Letizia Battaglia Senza fine, esposizione allestita e curata con maestria da Paolo Falcone nel fantastico scenario delle Terme di Caracalla, nel 30° anniversario degli attentati mafiosi a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro. Organizzata da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, la mostra è promossa dalla Sovrintendenza Speciale di Roma.

Ben 92 foto di grande formato per un progetto inedito in cui le immagini più note e altre meno conosciute si intrecciano nel racconto dell’ultimo trentennio di lavoro della fotografa.

Un viaggio personale attraverso le immagini

Questo omaggio a Letizia Battaglia, paladina dei diritti civili, ci porta a scoprire 50 anni di scatti, dal 1971 al 2000, attraverso un percorso non lineare che il visitatore può costruire – e ricostruire – da sé foto dopo foto. L’assenza – voluta – di una linea temporale e di una tematicità continua dell’esposizione la rendono imprevedibile e appassionante. Ci si perde nel mondo dell’Italia vista dagli occhi – e la macchina – di una donna che non ha mai smesso di raccontare la verità.

La sensazione che prevale in chi osserva le fotografie è quella di una crescente curiosità, la voglia di scoprire lo scatto successivo in un personale percorso che può variare nella direzione e nei ritmi. Passando da una fotografia di grande impatto emotivo a una più distesa si riesce ad alleggerire quel peso di un racconto nudo e crudo della Sicilia degli anni ’70 e ’80, macchiata indelebilmente di sangue degli omicidi a sfondo mafioso.

La location e l’allestimento

Camminando nella bellezza antica delle Terme di Caracalla, dal mondo dello splendore dell’Impero Romano ci si ritrova a fare un viaggio nel nostro ‘900. Un secolo così vicino ma forse già molto lontano. Sensazione che scaturisce dall’impressione che danno le tante fotografie in bianco e nero della Battaglia, dalla crudezza e verità delle immagini di un’Italia a tratti violenta, cruda e differente. Sono foto che toccano l’anima e la scuotono. Che lasciano il segno.

I pannelli di supporto alle foto sono trasparenti e ospitano su due facce le opere in formato grande, dando un senso di continuità: il visitatore può passare attraverso gli anni e le vicende. Attraverso i volti e gli sguardi di queste persone, donne, uomini e bambini soggetti delle foto degli ultimi decenni del novecento. Ma anche attraverso l’obiettivo della fotografa.

La mostra si trova all’interno dello spazio delle Terme di Caracalla. Per l’occasione i due nuovi ambienti delle Terme, recentemente restaurati, sono stati resi visitabili ampliando il percorso di visita. Si tratta di uno dei vestiboli di ingresso alla palestra occidentale, e di un’aula con una grande vasca termale.

La fotografa

Letizia Battaglia, nata a Palermo, classe 1935, è tra le prime fotoreporter italiane. Rappresenta un connubio esemplare tra impegno civile, sentire sociale e sguardo artistico. Dalla fine degli anni ’60 inizia a collaborare a Palermo con il quotidiano l’Ora. Dal ’71 al ’74 si sposta a Milano dove fotograferà tanti intellettuali come Pasolini, Dario Fo, Franca Rame. Nel 1985 sarà la prima donna e il primo autore europeo a ricevere il premio per la fotografia sociale W. Eugene Smith Grant. Mostre personali, pubblicazioni importanti, edizioni di riviste e libri. Tutta la sua vita è stata intensamente vissuta per l’arte, la cultura e il sociale. Nel 2017 ha dato vita al Centro Internazionale di Fotografia della Città di Palermo dirigendolo fino alla sua morte.

I temi

Al centro della mostra vi sono gli anni settanta e ottanta della Palermo della guerra dei clan mafiosi scatenata dai corleonesi guidati da Totò Riina e Bernardo Provenzano. I tanti “morti ammazzati” per strada catturati da un obiettivo, e la lotta dell’antimafia. Le donne, la bellezza che vogliono e possono mostrare e quella nudità che sa di verità. I “diversi”, messi anch’essi a nudo negli ospedali psichiatrici degli anni ’70, prima della legge Basaglia del 1978 che mise fine alla loro esistenza. Il popolo e le tradizioni e le personalità intellettuali italiane più importanti della fine del secolo XX.

Fino a quando visitarla

La mostra sarà aperta fino al 5 novembre. E proprio in occasione degli ultimi giorni sarà possibile visitarla gratuitamente grazie al weekend dei Musei Gratuiti.

Articolo a cura di Elena Murgia

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