Gasdotti Nord Stream: un ufficiale ucraino sarebbe responsabile dei sabotaggi
Il colonnello Chervinsky, comandante delle forze speciali ucraine, avrebbe giocato un ruolo chiave nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream a settembre 2022 nel mar Baltico, secondo un’inchiesta congiunta di Der Spiegel e The Washington Post.
Un ufficiale delle forze speciali ucraine avrebbe coordinato il sabotaggio dei gasdotti russi Nord Stream 1 e 2, secondo un’inchiesta congiunta di Der Spiegel e The Washington Post pubblicata sabato 11 novembre. Il settimanale tedesco e il quotidiano statunitense affermano che il colonnello ucraino Roman Chervinsky ha coordinato l’équipe che ha fatto esplodere i due gasdotti, il 26 settembre 2022, sul fondo del Mar Baltico.
Ordini dall’alto.
Roman Chervinsky avrebbe supervisionato la logistica e gestito un team di sei persone che hanno affittato sotto falso nome una barca a vela e usato materiali da immersione per piazzare cariche esplosive sui gasdotti, come riferisce dettagliatamente il Washington Post. Non avrebbe pianificato lui l’operazione né agito da solo, ma eseguito ordini provenienti da funzionari di grado più alto, ha aggiunto il quotidiano americano, spiegando che l’operazione di sabotaggio sarebbe stata concepita senza che il presidente ucraino ne fosse a conoscenza.
Exclusive: A senior Ukrainian military officer with deep ties to the country’s intelligence services played a central role in the bombing of the Nord Stream natural gas pipeline last year, according to officials in Ukraine and elsewhere in Europe. https://t.co/hHTsjRBlhi
— The Washington Post (@washingtonpost) November 11, 2023
Volodymyr Zelensky ha negato più volte che il suo paese potesse essere coinvolto. “Non farei mai una cosa simile”, ha dichiarato nel giugno scorso al quotidiano tedesco Bild, precisando che “vorrebbe vedere delle prove”. Tramite il suo avvocato, Roman Chervinsky ha risposto ai due giornali negando di aver avuto un ruolo nella vicenda: “Tutte le speculazioni sul mio coinvolgimento nell’attacco del Nord Stream sono diffuse dalla propaganda russa senza alcun fondamento”.
Gli attacchi contro i gasdotti Nord Stream, che collegano direttamente la Germania alla Russia, avevano scatenato una triplice crisi: diplomatica, energetica e ambientale. Un “atto deliberato”, così allora lo definivano Svezia e Danimarca in un rapporto ufficiale trasmesso alle Nazioni Unite. L’Icos (Integrated Carbon Observation System), osservatorio europeo incaricato di seguire i flussi di gas serra, con sede a Helsinki (Finlandia), aveva confermato “emissioni enormi di metano”, uno dei “più potenti gas serra”.
Traduzione di Sara Concato via humanite.fr
Immagine di copertina via buildnews.it