“Strega”, una favola gotica sul mondo patriarcale
Tutto sembra immobile a Strega, ma soprattutto tutto sembra immobile all’Hotel Olympic, dove nove giovani ragazze arrivano per un lavoro stagionale che si trasformerà in un incubo.
Strega è il romanzo d’esordio della scrittrice svedese Johanne Lykke Holm, candidato al Premio Strega Europeo 2023 e pubblicato da NN Editore nella collana Le Fuggitive.
La protagonista è Rafa, diciannovenne, che insieme ad altre otto ragazze lascia la sua casa per cercare indipendenza e non seguire un percorso di vita già scritto.
Venivamo da posti diversi, ma avevamo la stessa età e gli stessi pensieri. Nessuna di noi voleva fare la domestica e nessuna voleva diventare una moglie. Eravamo state spedite lì per guadagnarci il pane, per diventare parte della società.
Scenario del romanzo è l’Hotel Olympic, nel paese di Strega. Una spettrale struttura in una valle isolata, circondata da montagne e vegetazione, vicina ad un monastero da cui le ragazze dovevano restare distanti. Un albergo “sorto un’estate, praticamente dal nulla, come un oggetto demoniaco” (p. 34).
Anche di Strega si sapevano poche cose: un villaggio alpino con attorno un silenzio paralizzante.
A gestire l’hotel c’erano tre donne: Rex, Costas e Toni, responsabili di istruire le lavoratrici nelle loro mansioni (sarà un caso che abbiano nomi maschili?). Attente quanto crudeli si dimostrano capaci di infliggere severe punizioni anche senza alcun motivo.
La vita delle ragazze all’hotel viene a più tratti raccontata come qualcosa di psichedelico. Rafa e le ragazze diventano un collettivo, un corpo comune che vive le stesse esperienze, in simbiosi. In simbiosi entra anche la mente, ciò che sogna una è continuato da un’altra.
Ogni giorno si ripete uguale al precedente, preparano la struttura per l’arrivo di clienti che, invece, sembrano non arrivare mai. Fino ad una sera di ottobre, in cui arriva un gruppo di uomini percepiti dalle ragazze come assassini. Viene preparata una gran festa, un ballo in cui fumo e alcool annebbiano la percezione del reale. Al mattino seguente una ragazza, Cassie, manca all’appello.
Il romanzo lascia il lettore in uno stato di inquietudine costante, è sempre tangibile qualcosa di oscuro, di malvagio, tra le mura e all’esterno.
Sapevo che la vita di una donna può trasformarsi da un momento all’altro nella scena di un crimine. Non avevo ancora capito che vivevo già in quella scena del crimine, che la scena del crimine non era il letto, ma il corpo, e che il crimine era già avvenuto.
La storia continua con la ricerca della ragazza scomparsa. Oggetti di sua appartenenza vengono ritrovati quasi come fossero pezzi di corpo.
Si continuano ad alternare scene e dialoghi che con difficoltà si capisce se accadono davvero o se le ragazze li vivano solo nelle loro menti. Ma tutto è descritto nei particolari: le atmosfere, i colori, gli odori. A volte sembra di sentire quel senso di claustrofobia e quell’aria che secca la gola. Strega è un romanzo d’atmosfera, con pochi dialoghi e molte precise descrizioni.
Il lavoro all’Hotel diventa la punizione per la vita indipendente tanto agognata dalle ragazze. La morte sembra essere l’unica cosa che attende una donna che auspica la libertà. Una punizione per non aver rispettato bene le regole, agnelli sacrificali. Tutto diventa un’allegoria del mondo patriarcale. Rafa capisce che l’unico modo per non essere la prossima a sparire è la fuga.
Seguendo il fil rouge della collana Le fuggitive, pensando ad esempio a “Ragazze perbene” di Olga Campofreda, recensito sul nostro giornale online, anche Strega parla di donne che fuggono dagli stereotipi imposti dalle società. Johanne Lykke Holm ci propone una scrittura che fa sembrare tutto un viaggio onirico in cui si fatica a distinguere sogno (o incubo) e realtà. Un romanzo enigmatico.
Streghe
di Johanne Lykke Holm
Le Fuggitive
NN Editore, 2023
pp. 192, € 18
Recensione a cura di Giada Giancaspro