In Argentina è cominciata l’era di Javier Milei (proteste comprese)
Il neopresidente argentino Milei avvia un periodo di austerità: tagli al pubblico, dollarizzazione e restrizioni sulla sicurezza pubblica le riforme già in atto.
Toccare il fondo per poi risalire. Sembra essere questa la ricetta di Javier Milei all’alba del suo mandato di Presidente dell’Argentina, per cui ha giurato lo scorso 10 Dicembre. Austerità, tagli e restrizioni e una campagna elettorale in cui El Peluca – com’è appellato in patria – si è spesso presentato munito di motosega – per non parlare degli slogan insultanti verso opponenti, predecessori e attuale classe politica.
Milei ha tenuto un discorso di insediamento carico di ottimismo: “Annulleremo decenni di decadenza e di debito pubblico” – le sue parole – “Ma non c’è un’alternativa all’austerità e al trattamento shock. A breve la situazione peggiorerà” – ha confermato – “Ma poi vedremo i frutti del sacrificio”. È un’economia a trazione privata quella della futura Argentina, il settore pubblico sarà messo da parte.
L’eredità lasciata dalla presidenza Fernandez è quella di un Paese in crisi economico-finanziaria, con un’iperinflazione e un tasso di povertà superiore al 40%. Secondo l’Istituto di Statistica e Censimenti, il 2023 è stato l’anno più buio da oltre un trentennio: solamente lo scorso mese i prezzi di beni e servizi sono aumentati del 12,8% rispetto ad ottobre e il tasso d’inflazione è aumentato del 4,5% – per un totale di circa il 160% negli ultimi 12 mesi. In questo quadro socio-economico, difficilmente un governo in carica può trovare la conferma.
First protests in Argentina as groups react to Milei austerity plan https://t.co/1oX3zhF8ez pic.twitter.com/CbNleI6JmN
— Reuters World (@ReutersWorld) December 20, 2023
Milei propone una ricetta “shock”, che vira verso il settore privato. La scorsa settimana è arrivata la “lista” degli obiettivi di austerità del nuovo Presidente: è già in corso la svalutazione della moneta del 50%, che vede il peso passare da 400 a 800 unità rispetto al dollaro, con l’obiettivo di beneficiare le esportazioni. A questa misura si sovrappone la riduzione parziale dei sussidi per il trasporto e l’energia, cioè acqua, luce e gas.
È previsto uno stop alle opere pubbliche sulle infrastrutture – anche a quelle già aggiudicate ma non ancora avviate – e alle spese per la pubblicità istituzionale. I tagli di Milei riguarderanno anche i ministeri, le segreterie – praticamente dimezzati – e i fondi destinati alle Province. Aumenteranno, invece, le tasse sulle importazioni e sulle esportazioni.Questo, in sintesi, il piano d’attacco presentato dal neo ministro all’economia Caputo. Sono salve, invece, le misure sociali sul sostegno ai figli e la tessera alimentare. Almeno per ora.
“Siamo stati di parola”, ha sentenziato Milei alla presentazione delle linee guida. Le prime voci di dissenso, invece, arrivano dalla Confederazione Generale del lavoro – tra i più forti sindacati – e dall’ Associazione Bancaria. Accoglie con favore il piano del nuovo governo il FMI, cui l’Argentina deve 44 miliardi di dollari.
Parallela alle riforme economiche, quella sui protocolli di sicurezza pubblica presentata da Patricia Bullrich, per cui diventa illegale ogni forma di manifestazione che blocchi la circolazione. La nuova idea di sicurezza, inoltre, prevede la creazione di un registro delle organizzazioni (sindacati e ONG) che fomentano le proteste: a loro verrà mandata la fattura delle spese per l’uso della forza pubblica, perché “Lo Stato non pagherà i costi di un’eventuale repressione”. Trattamento “speciale”, ossia discriminatorio, verso gli immigrati con permesso temporaneo: se parteciperanno alla protesta, verranno denunciati all’Ufficio Immigrazione. Anche in questo caso non sono mancate le critiche, soprattutto delle opposizioni di sinistra che accusano l’incostituzionalità nel vietare la protesta.
Nonostante il divieto, parte dell’Argentina si è preparata “a la marcha” e ha avviato le prime proteste, come ha confermato Eduardo Belliboni di Polo Obrero – associazione riferimento nazionale per i picchetti. Difficilmente i manifestanti resteranno sul marciapiede.
Come dicevamo, sono solamente nove i Ministri del neo governo. A questi si aggiunge la figura di Capo Gabinetto, affidata al fedelissimo Nicolas Posse, che ha alle spalle una vita di imprenditore e manager nel settore privato. A Luis Caputo, ex Presidente della Banca Centrale all’epoca di Macri, è affidato il centralissimo Ministero dell’Economia. Il Ministero degli Esteri è presieduto da Diana Mondino, deputata della stessa parte di Milei, mentre la Sicurezza va a Patricia Bullrich, anche lei aspirante Presidente ma fermata al primo turno. Il Ministero degli Interni spetta a Guillermo Franco, mentre la Giustizia all’avvocato Mariano Cuneo Libarone. La Ministra Sandra Pettovello guiderà il Capitale Umano, le Infrastrutture saranno gestite da Guillermo Ferraro, noto per le posizioni privatistiche.
Secondo le previsioni dell’OCSE, l’economia argentina subirà una contrazione dell’1,3% nel 2024: l’elevata inflazione rallenterà i consumi il prossimo anno, così come gli investimenti nel Paese. La situazione dovrebbe riprendersi progressivamente e raggiungere una crescita dell’1,9% nel 2025.
🇦🇷 #Argentina's new leader Javier Milei unveiled a series of measures to deregulate the country's struggling economy Wednesday, sparking violent #protests in Buenos Aires.
📢 Among the changes announced are the elimination of a law regulating rent pic.twitter.com/VenZ5n77M4
— FRANCE 24 English (@France24_en) December 21, 2023
Ma chi è esattamente Javier Milei? Populista libertario di estrema destra, arriva in politica nel 2021 con La Libertad Avanza – formazione creata ad hoc in vista delle presidenziali. Nel 2023 ha ufficializzato la sua cndidatura alle presidenziali e ha vinto al secondo turno con il 55,7% delle preferenze davanti all’avversario Sergio Massa – candidato peronista di Unione per la Patria, che non è andato oltre il 44,3%. La sua vittoria è arrivata anche grazie al sostegno dell’ex Presidente Macri e della candidata di centrodestra Patricia Bullrich, terza al primo turno e fuori dalla lotta finale.
Su questo risultato, comunque, ha pesato parecchio la figura del contendente. Massa è il Ministro dell’Economia uscente di un Paese devastato da inflazione e disoccupazione, dunque è espressione di una classe politica che non ha saputo indicare la strada della ripresa. Anche la sua campagna elettorale, secondo gli opinionisti locali, non è andata oltre la critica all’estremismo dell’avversario invece di individuare proposte concrete per fare uscire la popolazione dalla crisi.
Quello di Milei è un successo geograficamente esteso: Massa ha prevalso solamente nelle province di Buenos Aires, Formosa e Santiago del Estero, il resto della Nazione, volente o nolente, al secondo turno ha scelto lui.
Articolo a cura di Sara Gullace
Immagine di copertina via Wikimedia Commons