Any Other e il suo “Stillness, stop: you have a right to remember”
“Stillness, stop: you have a right to remember” è il nuovo album di Adele Altro, in arte Any Other, che sei anni dopo il riuscitissimo Two, Geography (2018) torna con un disco breve e intenso
I’m not asking you to kill me softly / It’s an order: do not kill me at all
I primi due versi in apertura sembrerebbero introdurci a un disco punk nichilista e reazionario mentre il tema è più complesso e profondo e Stillness,stop, prima traccia, si basa su parti strumentali a volte ripetute in un ritmo costante quasi fosse un bordone dove le diverse atmosfere sono affidate alla parte lirica. Poi cambia tutto e la voce suadente di Adele trascina l’ascoltatore in “Zoe’s Seed”, pezzo pop folk dal sapore barocco.
La sensazione di avere a che fare con un disco complesso e, spesso e volentieri, ermetico si acuisce con la minimale Awful thread, che ricorda un po’ Joan As Police Woman di Damned Devotion e dove ad un certo punto Adele si chiede “It just makes me sad/ To see you’ve never even worked on yourself” mettendo in dubbio e in discussione qualcosa (forse se stessa? Una relazione?).
L’idea complessiva è di andare dritti al punto fin da subito, ma allo stesso tempo provare a nascondere e scoprire i sentimenti e le emozioni del momento in un caleidoscopio di figure e immagini.
Ce ne rendiamo conto quasi a metà disco con If I Don’t Care, il pezzo più pop di Stillness, dove gli strumenti a corda, in primis la chitarra solista, svolgono un ruolo essenziale per il mood della canzone accompagnando il testo nei momenti bassi (I wasted many hours faking patience at best/What a delight/The foresight is uncanny but it gave me some stress) e negli alti (Rotten luck carries some truth/And one day everything resolves/And the day after makes you burn). Il ritornello, riuscitissimo, accompagna il motivo più orecchiabile dell’intero disco.
Ennesimo cambio di atmosfera con Second Thought dove il crescendo musicale, i cori e le contro voci ci portano “In the places I longed for/The reflection of what I’ve got/Terrifies me as an insect on the windowsill/Bumping on the glass outside”
Need of Affirmation, una delle ultime tappe di questo viaggio, ci porta nel bel mezzo di una scena teatrale: attraverso domande, dubbi e mezze verità l’autrice riflette su ciò che è importante e su cosa effettivamente fa stare bene. Need of Affirmation, nel suo complesso, è il pezzo più vicino ad Anna Calvi di Hunter.
Ci sono ancora due pezzi che completano l’opera.
Extra Episode si basa sulla voce e chitarra acustica arpeggiata dove la routine e le abitudini quotidiane del presente diventano parte di una corazza per guardare avanti avvertendo però l’ascoltatore sull’inevitabile importanza del passato “Just know that you have/ A right to remember/The good and bad/But he won’t be there to see/The miracle happening”. Forse proprio alla fine disco si comprende meglio il titolo del disco che fa riferimento alla rimozione dei ricordi quando si subisce un trauma.
I titoli di coda invece sono affidati al delicatissimo Indistinct Chatter: un pezzo strumentale di solo piano.
In conclusione, Any Other con Stillness, stop: you have a right to remember ci regala un disco intimo, un viaggio su una barca che lotta contro le onde e il maltempo, che a volte schiva gli scogli e a volte li prende in pieno, dove anche i cambi di rotta servono a trovare terra, e se stessi dopo una lunga traversata.
Dal vivo Any Other suonerà il nuovo album con una band di 5 elementi in Italia: si comincia stasera (26 gennaio, ndr.) allo Spazio Teatro 89 di Milano, per poi proseguire il 17 febbraio allo sPAZIO211 a Torino, il 23 a Musici Per Caso a Piacenza, il 29 al Locomotiv a Bologna, l’1 marzo a Officina degli Esordi a Bari, il 2 all’Angelo Mai a Roma e il 9 al Colorificio Kroen a Verona. Suonerà anche in Europa dove al momento ha annunciato alcune date in Germania: il 12 aprile a Heppel & Ettlich a München, il 13 a Bedroomdisco Kirchenkonzert a Darmstadt, il 14 a Bumann & SOHN a Köln, il 15 a Kantine am Berghain a Berlin, il 16 a Die Hebebühne a Hamburg e il 18 a Feinkostlampe a Hannover.
Articolo a cura di Damiano Sabuzi Giuliani