Accordo UE-Israele: la Commissione Europea deve verificare il rispetto di tutte le clausole da parte di Israele
Spagna e Irlanda richiamano l’attenzione della Commissione Europea sugli obblighi di Israele in materia di diritti umani per il mantenimento dell’Accordo UE-Israele
Il presidente del governo di Spagna, Pedro Sánchez, e il primo ministro di Irlanda, Leo Varadkar, hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e al vicepresidente, Josep Borrell, nella quale chiedono di valutare con urgenza l’Accordo di associazione UE-Israele affinché si verifichi se Israele sta ottemperando ai “punti essenziali dell’accordo in materia di diritti umani e principi democratici”.
Di fronte all’insostenibile situazione a Gaza e con il rischio di una catastrofe umanitaria ancora maggiore dopo che l’operazione militare israeliana si è estesa su Rafah, Sánchez e Varadkar chiedono con urgenza che l’UE prenda “opportune misure in caso di inottemperanza di Israele delle obbligazioni concordate”.
Il presidente spagnolo e il primo ministro irlandese si dichiarano profondamente preoccupati per il deterioramento della situazione in Israele e a Gaza, “in particolare per le conseguenze che l’attuale conflitto sta avendo su palestinesi innocenti, soprattutto su donne e bambini. L’estendersi dell’operazione militare israeliana nella zona di Rafah rappresenta una minaccia grave e imminente che la comunità internazionale deve affrontare con urgenza”.
El compromiso de la UE con los derechos humanos y la dignidad no puede tener excepciones.
Ante la crítica situación en Rafah, Irlanda y España acaban de solicitar a la @EU_Commission que revise urgentemente si Israel está cumpliendo con sus obligaciones de respetar los derechos…
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) February 14, 2024
Nella lettera entrambi i governi assicurano di condividere “la preoccupazione del Segretario Generale dell’ONU, esposta nella sua lettera al Consiglio di Sicurezza del 7 dicembre, in merito alla terribile sofferenza umana, alla distruzione fisica e al trauma collettivo dei civili, e ai rischi che questi corrono, dato che, a loro avviso, nessun luogo è sicuro a Gaza”, e indicano che, da allora, la situazione non ha fatto altro che peggiorare.
Nella lettera Sánchez e Varadkar evidenziano le misure cautelari vincolanti imposte dal Tribunale Internazionale di Giustizia del 26 gennaio nel ricorso del Sudafrica contro Israele, “e considerano che almeno alcuni degli atti od omissioni di cui Israele è accusato di aver compiuto a Gaza possono ricadere nell’ambito delle disposizioni della Convenzione sul Genocidio, e che esiste un rischio di danno irreparabile in termini di violazione dei diritti umani”.
Entrambi ricordano anche la proposta politica di applicare “la soluzione a due Stati”, che considerano l’unico modo di “garantire che questo ciclo di violenza non si ripeta. L’UE ha la responsabilità di agire affinché questo possa realizzarsi, in coordinamento con le parti e la comunità internazionale, inclusa la celebrazione di una conferenza internazionale di pace, così come stabilito dal Consiglio Europeo del 26 ottobre”.
Traduzione di Valentina Cicinelli via elsaltodiario.com
Immagine di copertina via Flickr – Creative Commons