In Scozia una nuova legge contro i crimini di odio: cosa include e perché è controversa?

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Il governo ribadisce che la legge, entrata in vigore lunedì 1 aprile, mira a tutelare le vittime ma i detrattori affermano che limiti la libertà d’espressione.

In Scozia una nuova legge contro i crimini d’odio è entrata in vigore dall’1 aprile. Nelle settimane precedenti sono aumentate le preoccupazioni in merito alla sua applicazione e in che misura potrebbe compromettere la libertà d’espressione. Il primo ministro scozzese, Humza Yousaf, ha reagito alla diffusa “disinformazione e inaccuratezza” in merito.

Quali sono gli obiettivi della nuova legge contro i crimini d’odio?

Il governo scozzese afferma che lo Hate Crime and Public Order (Scotland) Act offrirà maggiore protezione alle vittime e alle persone interessate. Vengono rafforzate le leggi già vigenti in materia di contrasto ai crimini d’odio, e viene creato un nuovo reato, quello di “incitamento all’odio” in relazione all’età, alla disabilità, alla religione, all’orientamento sessuale, all’identità transgender o transessuale. Queste misure si vanno ad aggiungere a reati preesistenti che riguardano l’incitamento all’odio razziale, già esistenti in Regno Unito dal 1986.

C’è voluto molto più tempo del normale affinché la legge, approvata nel 2021, entrasse in vigore: è stato un percorso difficile in quanto i membri del parlamento scozzese hanno votato per rafforzare le misure a favore della libertà d’espressione dopo le forti critiche sollevate da diverse parti.

Youssef, che allora era segretario per la giustizia e aveva contribuito a far passare la proposta di legge in parlamento, ha rassicurato i parlamentari scozzesi che la legge è bilanciata tra tutela delle vittime di crimini d’odio e tutela della libertà d’espressione.

Perché la nuova legge non include la misoginia?

Fece molto arrabbiare l’esclusione dei casi di odio verso le donne dalla proposta di legge. Ancor prima che fosse approvata, era stato istituito un gruppo di lavoro indipendente, guidato da Helena Kennedy KC, con il compito di valutare se, per contrastare la violenza contro le donne, fosse meglio aggiungere questa voce alla lista delle altre casistiche incluse o creare un reato a sé stante.

Il gruppo avrebbe poi raccomandato al governo scozzese di introdurre una legge specifica di contrasto alla misoginia per affrontare fenomeni come il catcalling e l’odio online organizzato. È stata inserita nel programma di governo di Yousaf lo scorso settembre ma non è stata ancora pubblicata e non ci sono ulteriori informazioni sulle tempistiche.

Quali sono le preoccupazioni e chi le sta sollevando?

La preoccupazione è che le nuove misure vengano utilizzate in mala fede contro alcuni gruppi per le opinioni che esprimono, con particolare riferimento alle femministe trans-escludenti.

La parlamentare Joanna Cherry, dello Scottish National Party, è sicura che la nuova legge sarà “utilizzata come arma dagli attivisti trans per provare a silenziare, e peggio ancora criminalizzare, le donne che non condividono la loro posizione”.

Alcune persone in disaccordo con le posizioni trans-escludenti dell’autrice e attivista JK Rowling avevano già minacciato di sporgere denuncia alla polizia della Scozia dopo l’entrata  in vigore della legge.

Al netto di questo, le donne trans-escludenti allertano di possibili effetti a più ampio spettro – e difficili da quantificare – della legge.

C’è preoccupazione che le denunce per crimini d’odio possano essere fatte in modo anonimo – sebbene sia ampiamente documentato che questa possibilità esiste già da 10 anni come lascito del Macpherson report.

La Association of Scottish Police Superintendents (Associazione di Sovrintendenti di Polizia della Scozia) ha sollevato serie preoccupazioni sul carico di lavoro che questo comporta per le forze di polizia che sono già al limite, sottolineando che online c’è “abbastanza rabbia e odio per impegnare ogni singolo poliziotto in Scozia”, considerato che le linee guida vigenti prevedono che tutte le denunce per crimini d’odio debbano essere prese in considerazione.

La Scottish Police Federation (NdT: associazione di categoria degli agenti di polizia scozzesi) afferma che gli agenti di polizia non hanno ricevuto sufficiente formazione su come operare in un ambito così complesso, facendo riferimento a un “inadeguato” modulo online di due ore.

Quali rassicurazioni sono state fatte?

Yousaf ha ribadito che nella legge c’è una “soglia molto alta” in base alla quale si configura un reato e, in merito alla libertà di espressione, c’è una “triplice garanzia” che si basa su caratteristiche di inequivocabilità di un’affermazione, una difesa di “ragionevolezza” e la compatibilità con la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.

L’ex parlamentare Adam Tomkins, di schieramento Tory e convenor del comitato di giustizia del governo, molto coinvolto nell’iter di approvazione della legge nel 2021, ha detto: “Affermare che il sesso è un fatto biologico o che non cambia in virtù del genere in cui qualcuno si riconosce non è e non sarà mai un crimine di odio in base a questa legge”.

Tomkins e altri hanno evidenziato che alcune dichiarazioni sui social media e alcuni articoli hanno erroneamente lasciato intendere che la legge consideri reato anche affermazioni che sono semplicemente offensive verso terzi.

Mentre molti gruppi inclusi nella nuova legge ne hanno accolto con favore l’estensione e la semplificazione, c’è anche chi è preoccupato che un dibattito incentrato sulla transfobia scoraggerà altri gruppi dal denunciare crimini d’odio.

In quali casi non si tratta di crimini d’odio e come si collocano in questo scenario?

Chi sostiene la legge sottolinea che l’asticella perché si configuri un reato è collocata in alto. Questo però rappresenta una difficoltà nel momento in cui è previsto che la polizia registri “casi d’odio” che non si configurano come reati e sono basati sulla percezione della vittima o di un testimone.

L’anno scorso, il Guardian ha avuto accesso a dati che hanno rivelato un graduale incremento nel numero di casi di odio registrati che non si configurano come reato. Il parlamentare scozzese Murdo Fraser, del partito Scottish Conservative, qualche settimana fa ha minacciato azioni legali contro la polizia dopo che un suo post sui social media in cui dichiarava “Scegliere di identificarsi come “non-binario” ha lo stesso valore di scegliere di identificarsi come gatto” era stato segnalato e quindi registrato.

Sebbene questo avvenga da diversi anni come misura di monitoraggio delle tensioni nella comunità (per esempio per tracciare i livelli di razzismo in una determinata area), la Polizia di Scozia sta adesso rivedendo le sue procedure dopo la decisione della corte d’appello che stabilisce che una simile politica in Inghilterra potrebbe avere un effetto negativo sulla libertà di espressione.

Traduzione di Valentina Cicinelli via theguardian.com

Immagine di copertina via Flickr

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