Erlend Øye & La Comitiva fanno scalo a Roma prima di ripartire per il tour europeo
Ormai siciliano di adozione Erlend Øye e soci ci portano un po’ di sole direttamente da Siracusa.
Erlend Øye & La Comitiva passano da Roma e non potevamo perderci questo live.
Inizio concerto ad orario aperitivo 19:30, non tutti si aspettavano un inizio così presto infatti, anche se la data è sold-out, la sala teatro del Monk non è ancora piena.
Sul palco troviamo Erlend con l’ukulele, Stefano Ortisi alla chitarra acustica suonata in stile basso, Luigi Orofino al cavaquinho e Marco Castello alla chitarra.
Un vero e proprio release party perché, prima che lo proponesse Kanye West e già col disco di Marco Castello, Bubbles Records sta pubblicando gli album, un mese prima della release digitale, solo in formato fisico acquistabile sul sito say-yes.eu.
Come già anticipato dai singoli pubblicati in questi anni, ci siamo goduti questo mix tra folk pop, bossanova, wold music rigorosamente in acustico ed arricchito dai fiati e dalle percussioni del polistrumentista francese Romain Bly.
Un inizio soft con 2 cover fatte per riscaldare un po’ l’ambiente e per aspettare gli ultimi ritardatari che non si erano accorti del cambio orario anticipato di mezz’ora.
Infatti la sala, a poco a poco, inizia a riempirsi sempre di più e l’atmosfera diventa sempre più festosa ma rilassata, proprio come quando passi le giornate in modo spensierato al mare con gli amici in compagnia di birrette e chitarra.
Un mood che si è mantenuto per tutta la durata del live e vedere la faccia felice di Erland e della sua comitiva mette di buon umore.
A godersi il concerto tra il pubblico anche due artisti importanti come Giorgio Poi e Biagio Antonacci.
Visto il repertorio ancora non foltissimo della band la scaletta è stata rimpolpata con un brano di Marco Castello (Beddu), un brano di Orofino (Amsterdam) ed un brano di Erland (Spider).
Non so se fosse stato pensato fin dall’inizio ma finire il concerto davanti al banchetto del merch è stata un’ottima strategia di marketing, bravi.
Unica nota stonata lo “sti cazzi” in segno di stupore detto da Erland, la prossima volta saremo ben lieti di spiegare al cantautore norvegese la differenza che c’è a Roma tra ‘sti cazzi e me’ cojoni.
Testo di Dario Patti
Foto di Marta Bandino