Gli operatori umanitari a Lampedusa condannano il piano Ruanda del governo britannico

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Visita lampo di Cleverly a Lampedusa. Gli operatori umanitari ribadiscono la necessità che i governi europei aprano rotte sicure per i richiedenti asilo.

Gli operatori umanitari a Lampedusa, uno dei maggiori punti di sbarco per i richiedenti asilo, criticano il piano Ruanda di Rishi Sunak mentre si preparano ad un’altra estate densa di arrivi per mare, naufragi e morti.

Hanno chiesto ai governi Europei di aprire più rotte sicure per i richiedenti asilo, se vogliono “fermare i barconi”.

L’occasione è stata la visita lampo sull’isola di James Cleverly, segretario di stato britannico, mercoledì scorso, giorno in cui la legge voluta dal primo ministro per deportare i migranti in Ruanda ha ricevuto il royal assent (il “beneplacito reale”, NdT).

Si stima che l’anno scorso siano state 110.000 le persone approdate sulla rocciosa e polverosa isola che conta una popolazione di circa 6.000 persone, mentre sono stati 3.105 i morti nel Mediterraneo.

Nel porto principale, la guardia costiera italiana e una flotta di imbarcazioni per i salvataggi in mare gestita dalle associazioni umanitarie si stanno preparando per un’altra estate di traversate del pericoloso tratto di mare di 118 miglia dalla Tunisia.

Austin Cooper, 33 anni, mediatore e coordinatore delle attività di assistenza per la Sea Watch, organizzazione umanitaria che sta preparando una nave in vista dell’estate, critica le motivazioni dietro alla breve visita di Cleverly.

«È un posto insolito in cui venire per una photo opportunity il giorno in cui in Regno Unito si approva come legge la tua politica portabandiera. Forse Cleverly voleva passare inosservatonon si tratta di una sua iniziativa personale, e probabilmente sa che è comunque una stronzata. Il piano Ruanda sicuramente non avrà effetti su quello che facciamo qui. Semmai è stimolante», commenta.

Cooper, nato in Regno Unito e di origine irlandese, afferma che nell’ultimo anno solare sono diminuiti gli arrivi dalla Tunisia ma è aumentato il numero di morti.

«Sono talmente tanti i fattori che concorrono a determinare le motivazioni e le modalità con cui le persone affrontano difficili viaggi per mare, o decidono di non farlo» dice. «Negli ultimi mesi è stato impegnativo a causa del vento e le onde. Potrebbe anche darsi che semplicemente non ci siano abbastanza barche. La maggior parte delle barche che rintracciamo sono talmente inadatte per una traversata in mare che è un miracolo che le persone arrivino vive a Lampedusa».

«È anche possibile che la politica europea che destina soldi, navi e formazione ai governi autoritari del Nord Africa per interrompere le rotte migratorie e fermare le persone stia sortendo i suoi effetti».

Un altro operatore di una ONG internazionale, che ha chiesto di rimanere anonimo, afferma che Cleverly non ha compreso il legame dell’isola con i migranti.

«La storia di Lampedusa è una storia di migrazione. Noi siamo migranti, e accogliamo i migranti. Non pensiamo sia corretto né giusto mandarli in Africa», ha detto.

Cleverly è arrivato sull’isola in elicottero per una visita di due ore e mezzo ad una imbarcazione della polizia e a una struttura di detenzione vuota che viene utilizzata per i nuovi arrivi.

Il suo messaggio è stato semplice: l’Italia, come il Regno Unito, è una meta ambita per i migranti, ed entrambi i governi stanno proponendo politiche nuove  per fermare i barconi.

Su tutta l’isola sono sparsi segni delle migrazioni. Cleverly ha visto quel che resta delle barche dei migranti che ce l’hanno fatta, ammassate nei cortili o lasciate ad arrugginire nei porti. Affacciato sul porto principale dell’isola, un murale intitolato Rise Up Together ritrae due donne, una di Lampedusa e una appena arrivata con ancora indosso un giubbotto di salvataggio, che si abbracciano.

I numeri di Lampedusa lievitano durante l’estate quando a chi cerca di scappare verso l’Europa si uniscono i vacanzieri dalla Sicilia e dal resto d’Italia. Ma a causa della crescente attenzione nei confronti dell’isola come punto d’accesso per i migranti, il governo italiano durante la pandemia ha rafforzato le misure di sicurezza e provato a rendere invisibili i migranti, afferma un membro dello staff dell’organizzazione.

Emma Conti, un’operatrice umanitaria di Mediterranean Hope, fondata dalla federazione delle chiese evangeliche in Italia, racconta di come fosse abituale che i migranti si mescolassero alla popolazione locale.

«Gli isolani e i migranti erano abituati a stare insieme. Ora, a Lampedusa, uno dei pochi luoghi rimasti in cui possono incontrarsi è il cimitero quando seppelliscono i loro morti», afferma.

L’accoglienza dei migranti in Europa è sempre più ostile, ma il numero di arrivi continua ad aumentare perché non ci sono abbastanza rotte sicure e legali per entrare in Europa, dice Conti.

«Stiamo assistendo alle conseguenze delle politiche migratorie. Quelle del governo italiano, ma anche di altri paesi europei. Se vogliamo fermare l’arrivo delle persone nei barconi, dobbiamo offrire loro delle rotte alternative. Senza, continueranno ad arrivare e noi continueremo ad assistere a tragedie».

E aggiunge: «I governi condannano le morti in mare ma non stanno facendo abbastanza per evitarle».

Traduzione di Valentina Cicinelli via theguardian.com

Immagine di copertina via Flickr – Creative Commons

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