Una notte lunga trent’anni: i Tre Allegri Ragazzi Morti al Monk di Roma

Tempo di lettura 6 minuti
I Tre allegri ragazzi morti passano dalla capitale per il tour promozionale di Garage Pordenone, ripercorriamo insieme i trent’anni di carriera fino ad arrivare al live del Monk

Da Mondo naïf (1994) a Garage Pordenone (2024) la vita artistica dei Tre Allegri Ragazzi Morti è davvero lunga e ricca di colpi di scena e sperimentazioni. Nonostante lo stile inconfondibile di tutti i loro dischi, non c’è mai una ripetizione o un elemento che annoia. Anzi ogni disco è stata nel corso degli anni una sorpresa.

Per questo assistere a una data del tour Garage Pordenone è stato esaltante, malinconico, divertente e struggente allo stesso tempo. Un mix di emozioni e sensazioni che può capire solo chi in questi trent’anni è cresciuto insieme a loro. I TARM ti riportano indietro nel tempo: ai primi baci, ai primi cuori spezzati, alle prime rivoluzioni interiori.

Forse per capire meglio cosa abbiamo provato al concerto del Monk è bene fare un recap rapido dei loro dischi. Come vedrete dalla scaletta in fondo all’articolo, hanno preso un pò dai dischi principali, ma sarebbe stato impossibile portare sul palco trent’anni di carriera ed essere esaustive: ci sarebbero volute almeno quattro ore di show per omaggiare tutti i dischi.

Tre Allegri Ragazzi Morti ©Alice Blandini

30 anni di dischi e di indipendenza

Quando il mondo del rock era in lutto per la morte di Kurt Cobain e l’Italia viveva una piccola rivoluzione sociale e politica – erano gli anni di Tangentopoli e dell’approdo in politica di Silvio Berlusconi – i TARM incidevano i loro primi vagiti in musicassetta autoprodotta. È il ’97, con Piccolo intervento a vivo, quando arriva Enrico Molteni e la band di Davide Toffolo e Luca Massaroni è al completo, così come la conosciamo adesso.

Tre Allegri Ragazzi Morti ©Alice Blandini

 

La band friulana saluta il vecchio secolo con Mostri e normali, il primo e unico disco pubblicato con una grande etichetta discografica (BMG Ricordi Music Publishing Italia) e da qui in poi non toglieranno più le maschere: grazie alla spinta della major e al singolo “Occhi Bassi”, i TARM inizieranno ad avere una certa popolarità, complice anche il videoclip a cartoni animati (una rarità per quei tempi) che andava in rotazione su MTV Italia.

Poi però ci ripensano, la vita con la major non fa per loro e nel 2001 con La testa indipendente inaugurano la loro etichetta discografica: La Tempesta Dischi che tuttora pubblica i loro album, e che soprattutto fa da fucina per moltissimi artisti talentuosi che non si rispecchiano nelle logiche standard del music business. C’è anche da evidenziare che per registrare questo disco, a Ferrara, i TARM vennero aiutati da una pietra miliare del controcorrente italiano: Giorgio Canali.

Con Il sogno del gorilla bianco i TARM festeggiano dieci anni ed è il primo anello di congiunzione tra la musica della band e l’arte fumettistica di Davide Toffolo: da lì a poco uscirà in libreria il graphic novel Il re bianco per Coconino Press (oggi edito da Bao)

Nel 2007 è la volta de La seconda rivoluzione sessuale un disco importantissimo per la band e ricco di collaborazioni che contiene anche una delle canzoni più famose e conosciute: Il mondo prima con Marcella De Gregoriis che accompagna alla voce Toffolo.

Con Primitivi del futuro, nel 2010, la band sperimenta il reggae e la dub (vedi Primitivi del dub) e qui c’è un’altra chicca per gli appassionati di graphic novel italiano: le  illustrazioni del booklet sono state curate da Alessandro Baronciani e da questo disco parte un sodalizio che dura tutt’ora. Baronciani curerà diverse grafiche della band: le ultime sono la cover del disco Garage Pordenone e l’illustrazione del singolo Ho’oponopono.

Anche Nel giardino dei fantasmi (2012) è una pietra miliare del gruppo. Basti pensare che in questo disco ci sono alcune delle canzoni più belle della band: “Nel giardino dei fantasmi” “La mia vita senza te”, ricordo “Di che cosa parla veramente una canzone?”, “Come mi guardi tu”, “Alle anime perse”.

Il videoclip de “La mia vita senza te” contiene il linguaggio LIS per la parte del ritornello e l’altra sera al Monk molti dei presenti cantavano in gesti.

Il disco decisamente più peculiare nella seconda metà degli anni Dieci è Quando eravamo swing (2015). Registrato con la Abbey Town Jazz Orchestra, è un disco che, se dovessimo usare le etichette standard di catalogazione dei generi musicali, dovremmo definire jazz (ma dubito che in un qualsiasi negozio di dischi lo troverete in quello spazio).

Inumani del 2016 invece cambia tutto e apre la band alla cumbia. In questo disco si trova “In questa grande città” in collaborazione con Jovanotti.

I TARM arrivano alla vigilia del lockdown e del covid con Sindacato dei sogni dove sperimentano la psichedelia e in pratica omaggiano il movimento Paisley Underground dei The Dream Syndicate.

Sono passati quasi trent’anni, i TARM hanno ancora voglia di sperimentare e lo fanno con il loro primo e unico disco in collaborazione con un altro gruppo: i Cor Veleno. Con Meme K Ultra la fusione dell’identità della band di Pordenone e di quella romana è reale. Non parliamo di un featuring su un singolo per aumentare gli ascolti su Spotify, ma di un vero e proprio disco di 11 tracce suonato e cantato da un supergruppo che unisce due mondi.

Arriviamo così alla fine della storia, almeno per adesso, con Garage Pordenone, il disco che fa il punto della situazione di questi trent’anni di musica, sperimentazione e follia. Non passerà alla storia come il loro migliore, ma i TARM ci hanno messo tutto quello che c’era da mettere per celebrare la loro carriera e ringraziare i loro fan.

In conclusione: i Tre allegri ragazzi morti sono esplosivi dal vivo e in ogni tour hanno fatto cose nuove per stupire il pubblico. 

In questo tour invece hanno deciso di puntare sui ricordi, la consapevolezza di essere cresciuti, ma di avere sempre dentro quell’adolescenza che non passa mai. Pordenone Tour è uno spettacolo da non perdere in primis per chi li segue da trent’anni, ma anche chi non li conosce o li conosce poco può trovare in questo concerto una sorta di greatest hits del loro lavoro, un’ottima occasione per conoscere meglio il gruppo.

Di seguito la scaletta del concerto al Monk del 2 maggio 2024:

Mai come voi
Il principe in bicicletta (la canzone della cameriera)
Occhi bassi
Calamita
Ho’oponopono
La ballata delle ossa
Puoi dirlo a tutti
Mi piace quello che è vero
(Live debut)
1994
Si parte
Quindici anni già
Fortunello
Batteri
Abito al limite
Robot rendez-vous
Che cosa hai visto tu?
In questa grande città (La prima cumbia)
Voglio
Greta la bambina
Il mondo prima
La sola concreta realtà
Ogni adolescenza
Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll
Francesca ha gli anni che ha
I cacciatori
La tatuata bella

Se non volete perdervi i prossimi appuntamenti della band qui le prossime date del tour:
24/05 Milano – Mi Ami
25/05 Milano – Mi Ami
26/05 Milano – Mi Ami
07/06 Sassari – Piazza Moretti
21/06 Padova – Sherwood Festival
23/06 Ivrea TO – Apolide Festival
29/06 Udine – Castello di Udine

Damiano Sabuzi Giuliani

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