Indiepanchine va all-in per Le Parche con un poker di band in mano
La rassegna musicale Le Parche prosegue e Indiepanchine porta sul palco del Monk di Roma 4 band italiane molto interessanti.
Le Parche, nella mitologia classica, sono coloro che seguono la vita dell’individuo dalla nascita.
Il collettivo Indiepanchine usa la figura delle Parche per lanciare band ed artisti emergenti o che si muovono nel mondo underground per potergli dare una sorta di visibilità organizzando dei concerti sul territorio romano.
Nella serata del 16 maggio i pargoli scelti da Indiepanchine sono 4 band degne di attenzione che si stanno muovendo bene nel panorama musicale italiano e non solo.
I primi ad occupare il palco del Monk sono i meneghini Milanosport che portano il loro Post Punk Revival per la prima volta a Roma.
Si sente subito che, anche se all’inizio del loro percorso artistico, il progetto dietro è ben strutturato.
Due chitarristi, un bassista che è anche la voce principale, un tastierista per synth ed effetti elettronici, un batterista e tutti, tranne quest’ultimo, supportano il cantante con i cori.
Energia ed identità sono ben presenti sul palco, cosa non scontata, e la gavetta fatta suonando sia in Italia che in Europa ha sortito il suo effetto anche nella qualità della performance.
In catalogo hanno un EP ed un album “Concrete” pubblicato il 15 marzo.
E’ il turno dei Soloperisoci, palesemente i padroni di casa.
Con loro si torna agli anni in cui l’It-Pop iniziava a farsi spazio e a dominare la scena musicale.
I riferimenti sono quelli a grandi classici del cantautorato italiano anche se ho sentito una prevalenza di Rino Gaetano.
Bravi ad intrattenere, con la giusta fotta e molto supportati dal pubblico che conosce praticamente tutte le canzoni a memoria.
E’ sempre bello vedere quando l’energia tra pubblico e band si mischia e una galvanizza l’altra.
Anche loro con un album pubblicato nel 2023 dal titolo “Ingresso Riservato”.
Terzo gruppo in scaletta un altro gruppo romano, gli Ultraglass.
Un mix di Alternative Rock, Noise, Post Punk con un bel wall of sound che ha spettinato la prima fila.
Alcuni fedelissimi presenti e altri presi bene hanno animato il parterre facendo partire il pogo aiutati dal suono dei musicisti che picchiavano veramente forte.
Se siete curiosi di ascoltarli potete andare a sentire il loro album/EP uscito a gennaio 2024.
Chiudono la line-up la band che viene da Bologna e che sta girando l’Europa, i Leatherette.
Anche se hanno suonato ad un orario improbabile, la band non si è risparmiata minimamente.
Una bella miscela di New Post Punk, No Wave, Art Punk con un sax a dare ancora più carattere.
Massicci, con la giusta rabbia e con una proposta musicale convincente, chi è rimasto ad ascoltarli si è accorto del livello della performance live.
La chitarra suonata con l’archetto, il sassofonista che si inginocchia per cantare i cori usando il microfono settato per lo strumento, spallate tra compagni di palco perché il lato spettacolo in un concerto ha il suo valore.
1 Ep e 2 album per i Leatherette che piano piano provano a prendere il loro spazio nel panorama musicale.
Una serata come questa però non è esente alle criticità e, personalmente, ho riscontrato 2 note dolenti.
La prima riguarda il pubblico, già non numerosissimo, gran parte di quelli venuti si sono trattenuti quasi solo per coloro che conoscevano senza dare la possibilità alle altre band di poterli stupire, convincere, divertire.
Fortunatamente c’è ancora uno zoccolo duro che si diverte e che è pronto a pogare e a godersi musica che non conosce.
Un dispiace non vedere un afflusso maggiore di persone perché sia le band che la proposta fatta dal collettivo di Indiepanchine era molto valida.
Per coprire un po’ questo problema forse sarebbe stato meglio una disposizione della line-up differente.
La seconda nota negativa riguarda l’organizzazione degli orari.
Con 4 band non è sano far partire un concerto alle 22:30 per poi ritrovarsi l’ultima band alle 00:45.
Tanti i fattori che possono incidere, le persone si stancano e vanno via soprattutto se sono venuti per una band che si è già esibita, al fatto che c’è un calo di adrenalina tra una band e l’altra con la pausa presa per permettere il normale cambio palco, quindi più arrivi lungo e più alle persone cala l’interesse.
Tutto ciò non toglie nulla al valore prezioso che hanno questo tipo di serate che permettono al pubblico di conoscere nuovi artisti emergenti e/o di nicchia, perché è da queste band che può partire una sorta di riscatto della musica italiana che non è fatta solo di brani Sanremesi e tormentoni estivi.
Testo di Dario Patti
Foto di Giulio Paravani