Claudia Sheinbaum, la prima presidente del Messico
Eletta domenica prima donna presidente della storia del Messico, l’ex sindaca di Città del Messico ed ex membro dell’IPCC Claudia Sheinbaum è stata sostenuta dalla popolarità del presidente uscente Andres Manuel Lopez Obrador. Con lei dovrebbe proseguire la svolta a sinistra del Messico, pronto a combattere alcuni dei suoi vecchi demoni come il maschilismo. Un ritratto.
Claudia Sheinbaum Pardo, 61 anni, entra nella storia per essere stata eletta – ad ampia maggioranza – la prima presidente donna del Messico dalla sua indipendenza nel 1821. “Non vi deluderò”, ha proclamato l’ex sindaca di Città del Messico nella prima dichiarazione davanti ai suoi sostenitori.
I sondaggi la davano vincente, ma si sapeva anche che era favorita da colui che da più di vent’anni segue fedelmente in politica, e cioè il presidente Andres Manuel Lopez Obrador, la sola voce che conti davvero in un partito al potere creato da e per lui. È dal 2022 che, fin dentro ai paesi più isolati e schiacciati dal sole dell’immenso Messico, grande tre volte e mezzo la Francia, slogan e decalcomanie ricoprono i muri: “Es Claudia” (“è Claudia”) – come un’ovvietà, ma anche come il bisogno di costruire l’immagine nazionale di una donna che aveva avuto un ruolo politico limitato alla capitale del paese.
Dapprima responsabile delle politiche pubbliche di Città del Messico in materia di ambiente, fra il 2000 e il 2006, quando Obrador è sindaco della megalopoli, successivamente eletta alla guida della “delegación de Tlalpan”, un distretto a sud della capitale, per poi trionfare alle elezioni municipali del 2018, malgrado la tragedia della scuola Rebsamen nel suo settore della città. Certe negligenze riguardanti alcuni permessi di costruzione, avvenute durante il suo mandato, avevano portato alla morte di 19 bambini e sette insegnanti durante il terremoto del 2017.
Gli anni da sindaco di Città del Messico sono stati macchiati dallo spaventoso crollo della linea 12 della metro durante il passaggio di un treno, il 3 maggio 2021, che fece 27 morti e 79 feriti. L’incidente, causato da difetti di costruzione evidenti, la fece crollare di 20 punti nei sondaggi.
Con la sua nomina come candidata alle presidenziali, Sheinbaum, ecologista convinta, s’impone nel panorama politico messicano senza aver mai militato né nel PRI né nel PAN, i due soli partiti che hanno guidato il Messico prima dell’arrivo di Obrador al potere nel 2018 – entrambi impelagati in una corruzione endemica che nessuno osava nemmeno negare. Lo stesso Obrador che, nel corso del suo mandato, non è mai caduto sotto al 60% di pareri favorevoli, promette di sostenerla con la sua onnipresente voce sulla scena mediatica – in particolare con la sua conferenza stampa quotidiana delle 7 di mattina – che condiziona ampiamente le prime pagine dei giornali.
Una politica in ascolto.
Claudia Sheinbaum, dal canto suo, quando era sindaca di Città del Messico era ancora più mattiniera. Tre volte a settimana, alle 6 precise, in una grande sala del municipio – ma con molte meno telecamere – accoglieva gli abitanti della città venuti a fare la fila per esporre i loro problemi: bar troppo rumorosi nel vicinato, problemi amministrativi sul calcolo delle pensioni, progetti artistici nello spazio pubblico, vie pubbliche danneggiate… Non c’erano filtri, bastava presentarsi abbastanza presto per avere una delle “fichas” (appuntamenti) – diverse decine – distribuite ogni giorno.
Recorrimos casa por casa, mientras que Andrés Manuel López Obrador caminaba cada municipio, cada pueblo, cada estado, hasta formar Morena.
¡Con el pueblo todo, sin el pueblo nada! pic.twitter.com/9fNXOfBQg1— Dra. Claudia Sheinbaum (@Claudiashein) August 25, 2023
Claudia Sheinbaum ascoltava, prendeva nota, reindirizzava le persone verso i suoi assessori specializzati o, all’occorrenza, svegliava per telefono un funzionario per assestargli una bella strigliata, appurato che non avesse agito correttamente verso un cittadino o una cittadina. Dicretamente, questa osservazione minuziosa della città che amministrava e il contatto diretto con i suoi abitanti hanno consolidato la sua reputazione di gran lavoratrice e di umanista.
Sheinbaum si sforza di lanciare a pieni polmoni certi slogan del suo mentore, dagli accenti demagogici: “Bisogna perpetuare e rinforzare i principi della 4T [la “quarta trasformazione”, nome dato da Obrador al suo programma politico]: non mentire, non rubare, non tradire il popolo!”. Ma per alcuni questa austerità è garanzia di serietà in un mondo politico troppo votato a sedurre e troppo spesso fautore di false promesse ai suoi elettori. Claudia Sheinbaum cerca di restare la donna che era prima di entrare in politica, e cioè una scienziata.
Ex membro dell’IPCC.
“Gli scienziati hanno la qualità di essere formati per trovare le cause di un problema e per trovare delle soluzioni efficaci”, affermava in un’intervista a France 24 nel 2019. “In questo senso penso che essere scienziata sia un vantaggio. Tanto per i progetti di stampo sociale che per la governance e l’amministrazione. E penso che ci debba essere una connessione fra la scienza e il processo di decisione politica”.
Città del Messico negli anni ’80 aveva la reputazione di essere la città più inquinata al mondo. È durante quel decennio che Claudia Sheinbaum ha studiato fisica all’Unam, università pubblica in cui ha discusso la sua tesi sull’efficienza energetica dei forni a legna. All’epoca, a volte, partiva con gli amici a installare sistemi di cottura più performanti in regioni particolarmente povere, come il Michoacán. L’efficienza energetica è rimasta il suo campo prediletto, tema su cui ha pubblicato in seguito decine di articoli scientifici e scritto una parte del rapporto dell’IPCC del 2007 – anno in cui il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico ha vinto il Nobel per la pace.
Se Claudia Sheinbaum non sembra tagliata per sollevare folle nei comizi, ha comunque preso parte a un’elezione eccezionale: per la prima volta nella storia del Messico, paese maschilista per eccellenza, due donne hanno rappresentato le due sole coalizioni capaci di vincere. A Claudia Sheinbaum, che ha rappresentato Morena, il Partito verde ecologista del Messico e il Partito del lavoro (sinistra), si è opposta Xochitl Galvez, che ha rappresentato più o meno… tutto il resto del paesaggio politico, in un’alleanza “anti-Obrador” che riuniva il PAN (destra), il PRI (partito senza reale definizione ideologica che ha guidato il paese dal 1929 al 2000) e il PRD (sinistra storica).
La perdita di prestigio di questi partiti tradizionali ha mobilitato gli elettori di Claudia Sheinbaum e svantaggiato Xochitl Galvez, che non ha avuto altra scelta se non riconoscere, nella notte fra domenica e lunedì, la vittoria della sua rivale.
Traduzione di Sara Concato via france24.com
Traduzione titolo originale: “Claudia Sheinbaum, ex membro dell’IPCC, alla guida del Messico”
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