Caldo estremo: 1.300 morti a La Mecca durante il pellegrinaggio dell’Hajj
Temperature oltre 50 gradi hanno causato centinaia di vittime tra i fedeli arrivati nella città saudita per i rituali dell’Hajj.
Il caldo uccide sempre di più, e in ogni parte del mondo. Stavolta a farne le spese sono stati i pellegrini che si stavano dirigendo verso la città santa de La Mecca, in Arabia Saudita, per i rituali dell’Hajj, il sacro pellegrinaggio e quinto pilastro dell’Islam.
Ogni anno sono almeno due milioni i musulmani che compiono il viaggio, ma temperature sempre più elevate, quest’anno anche sopra i 51 gradi, hanno ucciso 1.301 persone, come riferito dalle autorità saudite.
Inoltre, come riferito dal ministro della Salute di Riyad, Fahd bin Abdurrahman Al-Jalajel, più dell’80% dei fedeli che cercavano di andare a La Mecca non erano autorizzati a raggiungere il sito religioso.
Sotto accusa numerose agenzie turistiche egiziane, come denunciato da Mostafa Madbouly, Primo ministro del Cairo, il quale ha revocato la licenza a 16 tour operator per aver consentito pellegrinaggi illegali.
Anche altri Paesi come Pakistan, Malesia, Giordania, Iran, Senegal, Sudan e Kurdistan hanno confermato le vittime.
La BBC ha raccolto alcune testimonianze dei fedeli arrivati in Arabia Saudita da tutto il mondo: “Ho dovuto usare un ombrello e bagnarmi costantemente con acqua santa”, ha dichiarato un pellegrino, mentre un altro fedele ha spiegato: “La comunicazione con mia madre è stata improvvisamente interrotta. Abbiamo passato giorni a cercarla, solo per scoprire che era morta durante l’Hajj”.
Come sottolineato dal giornalista Pierre Haski della radio pubblica francese France Inter (qui l’articolo tradotto su Internazionale), “è doveroso porsi alcune domande, in questo caso relative all’organizzazione di un momento cruciale della vita dei musulmani ma anche alle temperature in vertiginoso aumento”. “Le autorità saudite sono consapevoli del problema e hanno installato nebulizzatori nelle grandi arterie percorse a piedi dai pellegrini, oltre ad aver raccomandato l’uso di protezioni”, ma è evidente che non sia bastato ad avere un’immane tragedia.
Articolo a cura di Graziano Rossi
Immagine di copertina via Flickr – CC Creative Commons