Zamora, un film che che parla di Italia, di passioni e di calcio
Il film rappresenta un’istantanea dell’Italia degli anni ’60: tra ripresa economica, corsa all’industrializzazione, amori, musica e calcio.
IL FILM – La pellicola è liberamente ispirata alle vicende narrate all’interno del romanzo scritto da Roberto Perrone (Rapallo, 14 marzo 1957 – Milano, 29 gennaio 2023) dall’omonimo titolo: “Zamora”, collana: Gli elefanti, Milano, Garzanti, 2003. Il film vede l’esordio assoluto del grande attore Neri Marcorè (Porto Sant’Elpidio, 31 luglio 1966) nel ruolo di regista. Il produttore è Agostino Saccà (Taurianova, 7 febbraio 1944). La casa di produzione è: Pepito Produzioni, Rai Cinema, Film Commission Torino Piemonte. Il lungometraggio è uscito nelle sale cinematografiche il 4 aprile 2024.
A. Paradossi, A. Ferraioli Ravel, M. Gastini, N. MarcorèIL CAST – La compagnia di attori è di prim’ordine. Oltre a Neri Marcorè (nel doppio ruolo di regista ed interprete), nel film ricordiamo la presenza di: Alberto Paradossi (nei panni del protagonista “Walter Vismara”), Antonio Catania (nel ruolo del “Commendator Galbiati”), Giovanni Storti (nel ruolo del “Cavalier Tosetto”), Marta Gastini (nel ruolo di “Ada”), Anna Ferraioli Ravel (nel ruolo di “Elvira Vismara”), Giovanni Esposito (nel ruolo di “Bepi”) e Giacomo Poretti (nel ruolo del “Cavalier De Carli”). Fantastiche le performance attoriali di Alberto Paradossi perfettamente calato nei panni del ragionier “Walter Vismara” e di Neri Marcorè nel ruolo di “Giorgio Cavazzoni”, un ex campione di calcio considerato tra i migliori portieri della storia del calcio italiano che vive un periodo difficile a causa della separazione dalla moglie, l’allontanamento dal figlio e l’instabilità finanziaria. Notevoli anche le prove di recitazione offerte da Marta Gastini, Anna Ferraioli Ravel e da Giovanni Storti che impersonando il “Cavalier Tosetto” è stato capace di rievocare la figura dei grandi capitani d’industria, capitalisti ed affermati imprenditori italiani che hanno segnato la storia del nostro Paese durante il periodo del boom economico cercando di imporsi a livello sociale anche tramite lo sport.
LA TRAMA – Il ragioner Walter Vismara vive a Vigevano ed è un bravo giovane animato da sani principi morali mostrando sempre rettitudine, rispetto, serietà e una forte riservatezza e timidezza nelle relazioni interpersonali (soprattutto con le donne). Vismara è un ragazzo di semplici abitudini ed è un grande appassionato dei quiz televisivi di Mike Buongiorno; tuttavia, Walter – a differenza dei suoi coetanei – non è un amante dello sport non praticando alcuna disciplina, in particolare, quella del calcio. Walter lavora come contabile per la società del Commendator Galbiati. Un venerdì sera, il Commendator Galbiati convoca nel suo ufficio il giovane Vismara per comunicargli la sua decisione di “chiudere baracca e burattini” in quanto desiderava godersi «la vecchiaia» con la sua signora a Bordighera. Tuttavia, nel colloquio Galbiati riferisce di aver presentato spontaneamente la sua candidatura come contabile al caro amico e collega il Cavalier Tosetto, che si è reso disponibile – previo colloquio – ad offrire a Walter un impiego nella sua società di Milano con effetto dal lunedì successivo. Tra mille ansie e timori, il nostro Walter parte nel weekend alla volta di Milano ove sarà ospitato a casa della sorella Elvira che si era sposata con un milanese, ma che non intanto aveva volutamente omesso di informare la sua famiglia della separazione dal marito. Il lunedì mattina Walter si presenta al Cavalier Tosetto, per il breve, ma decisivo, colloquio di lavoro. L’imprenditore esterna subito il suo grande amore per il calcio tanto da “obbligare” i propri dipendenti il giovedì sera a disputare una partita di calcio tra “scapoli” ed “ammogliati”. Il colloquio di lavoro col Cavalier Tosetto viene superato immediatamente nel momento in cui Walter gli conferma – mentendo spudoratamente – quanto riferito al Tosetto telefonicamente dal Commendator Galbiati ossia di essere un appassionato di calcio nonché un eccellente ed abile portiere. Infine, nello strano colloquio di lavoro, Walter vince ogni possibile resistenza del Cavalier Tosetto quando dichiara di essere uno sfegatato tifoso interista sin dalla nascita: infatti, prima di rispondere il giovane contabile nota la presenza di una grande bandiera dell’Internazionale F.C. posta proprio dietro la scrivania del Cavalier Tosetto. Superato il colloquio, il Cavalier Tosetto “ingaggia” subito il ragazzo anche, o forse soprattutto, come portiere titolare della squadra degli “scapoli” invitandolo ad allenarsi duramente nei match settimanali del giovedì sera in vista dell’annuale Coppa aziendale messa in palio dallo stesso Cavaliere.
Diffusa la notizia in azienda del nuovo portiere, i colleghi – in particolare l’Ingegner Gusperti – iniziano a deridere Walter soprannominandolo “Zamora”, in omaggio al grandioso portiere della nazionale spagnola che disputò anche i Campionati del Mondo organizzati in Italia nel 1934. In azienda, Walter riesce a superare la propria timidezza conoscendo la splendida collega Ada di cui si innamora subito e con la quale sente subito di avere molto in comune. Nel corso delle prime partitelle serali, i colleghi si rendono conto che Walter è per così dire un “paperone” come portiere e, quindi, a partire dall’Ingegner Gusperti – che invece si rivela essere il miglio giocatore – continuano gli sfottò nei confronti di Zamora. Walter decide allora di mettersi sulle tracce dell’ex grande portiere Giorgio Cavazzoni, allo scopo di chiedergli di allenarlo facendolo diventare un portiere “paratutto”. Il trasferimento a Milano, la convivenza con la sorella Elvira separata, l’amore sbocciato per Ada, la movida meneghina, gli insulti dei colleghi che calcisticamente lo denigrano chiamandolo Zamora, l’obbligo di partecipare alla Coppa aziendale dovendo giocare da portiere, l’amicizia sbocciata con Giorgio Cavazzoni, inducono il nostro amico Walter ad escogitare un piano veramente geniale per risolvere tutti i suoi problemi e divenire un eroe popolare. E qui comincia il bello di questa storia!
Articolo a cura di Francesco Ciavarella