Il “Selvaggio Ovest” di Daniele Pasquini

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L’autore toscano classe 1988 ha pubblicato quest’anno per NN Editore un romanzo nel quale il lettore si immerge nella Maremma di fine ‘800, quando le vite dei butteri si intrecciarono con quelle dei cowboy americani.

Nell’immaginario collettivo la figura dell’uomo a cavallo che accudisce le mucche, caccia i bufali e doma i cavalli e nel frattempo si trova immerso nelle avventure del vecchio west si identifica nella figura del cowboy.

I film di Hollywood o gli “spaghetti western”, spesso e volentieri adattati in chiave di commedia, hanno dato a generazione di italiani un’immagine ben precisa di quello che accadeva nel periodo di conquista, da parte dell’uomo bianco, delle terre sconfinate ad ovest del fiume Mississippi.

Anche fumetti di successo come Tex Willer, personaggio uscito dalla mente di Giovanni Luigi Bonelli, o Lucky Luke, creato dal fumettista belga Maurice de Bévère, hanno contribuito alla rappresentazione di un mondo, duro, selvaggio e a volte spietato e cinico, pur aggiungendo una buona dose di umorismo e commedia portando all’eccesso e al paradosso i vizi e l’eroismo nordamericano.

Oltre ad una sconfinata filmografia e alle serie a fumetti, anche la letteratura americana è piena di storie, miti e riferimenti legati a quel periodo storico. 

Più raro invece trovare romanzi in lingua italiana legati alla cultura, alla storia e alle tradizioni dei gaucho sudamericani o – come nel caso di Selvaggio Ovest di Daniele Pasquini –  dei nostri butteri: ovvero, semplificando molto, la versione italiana dei cowboy e dei gaucho che si occupavano del bestiame in zone come la Maremma (toscana e laziale), la Campagna Romana e l’Agro Pontino.

Selvaggio Ovest è un romanzo che si aggrappa con le unghie e con i denti ai riferimenti letterari e alle immagini che in America sono usciti dalle macchine da scrivere di grandi autori come Larry McMurtry, Cormac McCarthy, Michael Punke, A. B. Guthrie o John Edward Williams. Avventure epiche, storie d’amore e di fratellanza (o, come vedremo in questo libro, di sorellanza) che Daniele Pasquini prova a distillare e ad adattare alle terre del neonato Regno d’Italia scavando a fondo nella cultura e nella tradizione buttera

In questo libro l’immaginario americano viene rafforzato dalla tournée europea del Wild West Show di Buffalo Bill, che arrivò per una serie di spettacoli nella penisola, nel 1890 e poi successivamente nel 1906. Lo spettacolo raffigurava i classici  stereotipi romantici di cowboy, indiani delle Pianure (Sioux-Lakota, Cheyenne, Comanche, ecc.), scout dell’esercito, fuorilegge e animali selvatici tipici del West americano.

Pasquini riesce a far intrecciare le avventure dei protagonisti di Selvaggio Ovest con quelle del più famoso cowboy di tutti tempi e questo rende tutto il romanzo più avvincente riuscendo a sfumare i confini tra la tradizione nordamericana e maremmana.

Ambientato alla fine del XIX secolo, Selvaggio Ovest, torna con la memoria a quella Maremma fatta di terra paludosa dove cavalli, bovini, butteri e massari, ma anche briganti e fuorilegge, condividono spazi angusti e terre fangose. In un’epoca dove la malaria e la desolazione regnano indisturbate e quella terra umida offriva risorse limitate principalmente legate all’allevamento.

In questo scenario i due mandriani a cavallo, Penna e suo figlio Donato, si trovano alle prese con il brigante Occhionero in un’avventura che li porterà al limite della sopportazione umana e nel frattempo due donne – Leda, la moglie di Penna e Gilda, figlia di un carbonaio costretta prostituirsi ad Occhionero e ai suoi soci – intrecceranno i loro destini per resistere insieme alle asperità della vita in Maremma.

Selvaggio Ovest è un romanzo stupendo ed immersivo dove l’uso delle parole di Pasquini rendono le immagini vivide e reali e restituisce, alla figura del buttero dignità, eroismo ed epicità che non hanno nulla da invidiare ai cowboy americani.

Daniele Pasquini
Selvaggio Ovest
2024, 368 pp.
NN Editore
€ 18

Recensione a cura di Damiano Sabuzi Giulianidsds

Immagine di sfondo via Wikimedia – Creative Commons, copertina libro via nneditore.it

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