Le parole, la musica e “Le tracce fantasma” di Nicola H. Cosentino
Un romanzo dall’intreccio e stile complessi, che mette in luce tutte le contraddizioni degli artisti e soprattutto di chi vive (o vuole vivere) di musica e con la musica.
Il quasi quarantenne Valerio Scordia di professione recensisce dischi, ma non è soddisfatto.
Non è soddisfatto perché non suona più la sua chitarra e non scrive canzoni. Non è soddisfatto degli amici, dell’amore e della vita da “fuorisede” a Milano. Insomma, Valerio è in crisi e in questa crisi di mezza età Nicola H. Cosentino ne “Le tracce fantasma“, pubblicato a settembre 2022 da Minimum Fax, affonda le unghie creando una storia tanto amara quanto affascinante e godibile in un continuo gioco tra vita reale e fughe oniriche del protagonista.
La storia inizia quando Scordia viene a sapere che Anna, la sua ex fidanzata e grande amore – di quelli che ti capitano una volta nella vita (o almeno così pensi quando ti avvicini alla mezza età) – ha avuto una figlia. Nello stesso periodo il suo ex amico ed ex compagno di avventura in una band, Giacomo Irrera, ha raggiunto il successo come solista, i suoi singoli scalano le classifiche italiane e un nuovo disco rende ancora più piccola e residuale l’esperienza con la band di Scordia.
Nel mezzo ci si mette anche il nipote: giovane adolescente, parte dalla sua Sicilia e approda a Milano per i provini di X Factor e, nel frattempo, si piazza in casa dello zio.
Tra ricerca della fama, livore, incomprensioni e scene paradossali, il romanzo scorre come un fiume in piena arricchito da tanta musica. La storia si legge bene nonostante lo stile composito che affianca ai pensieri di Valerio articoli di critica musicale, chat, messaggi email ed estratti di podcast, e anche quando, dopo la metà del libro, l’intreccio si fa più intricato.
Cosentino descrive nel dettaglio il mondo della scena discografica contemporanea (la storia è ambientata nel 2019) ma non è un libro tecnico e risulta fruibile da tutti. La storia di Valerio è la storia di quanti, in crisi, insoddisfatti, incapaci di vedere la meta, si sono dimenticati che il traguardo si costruisce ogni giorno.
Le tracce fantasma è un “viaggio dell’eroe” alla ricerca di se stesso, ma l’eroe in questo caso è un personaggio dissestato, incline all’alcool, dalla battuta facile e dai commenti taglienti e sarcastici (sia nella vita sia nelle recensioni che scrive).
Le elucubrazioni mentali del protagonista sono bilanciate dall’autoironia, dalla ricerca dell’amore e della buona musica: l’autore disegna alla perfezione la storia di un protagonista tutt’altro che perfetto ma con il quale il lettore può immedesimarsi, al quale può voler bene e tifare per lui.
Forse la storia di Valerio Scordia è la stessa di tanti uomini e donne che, arrivati ai quarant’anni, non sanno più cosa vogliono dalla vita, ma non si arrendono né smettono di cercare il loro posto nel mondo o di rincorrere i loro sogni. Anche se forse li hanno nascosti bene quanto una traccia fantasma.
Ma cosa sono le Tracce fantasma che danno il titolo al libro?
Quelle che in inglese vengono chiamate hidden track oppure ghost track, sono in genere canzoni inedite che non compaiono nella lista delle tracce ufficiali del disco. L’idea di base è quella di “regalare” all’ascoltatore una canzone in più anche se spesso si tratta di demo, provini, canzoni già note ma diverse nell’arrangiamento, pezzi live, altri contenuti audio oppure dialoghi, prove ed errori.
Con i dischi in vinile e, poi, con le musicassette molti artisti hanno iniziato ad usare questa tecnica soprattutto negli anni Settanta-Novanta. L’avvento dei CD ha reso più semplice inserire una traccia fantasma, spesso diversi minuti dopo la fine dell’ultima traccia ufficiale del disco, e così se ne è abusato un po’.
Per uno come me – ho la stessa età del protagonista del libro – le migliori tracce fantasma (forse più per una questione generazionale ed affettiva che per la qualità dei contenuti) sono: All By Myself dei Green Day alla fine dell’album Dookie; Endless, Nameless dei Nirvana che arriva ben dieci minuti dopo la fine di Something in The Way nell’album Nevermind; senz’altro Look At Your Game Girl, la cover dei Guns N’ Roses di una canzone scritta in carcere da quel pazzo maniaco di Charles Manson presente su Spaghetti Incident; infine, Master/Slave che si trova alla fine del primo disco dei Pearl Jam, un onirico pezzo strumentale in coda all’ultima canzone del disco.
Chi sa cosa ne pensano Nicola Cosentino o Valerio Scardia!
Ah, a fine libro c’è una chicca: la playlist dell’autore piena di canzoni che vengono citate nel libro. La trovate qui sotto assemblata da Minimum Fax su Spotify:
Le tracce fantasma
Nicola H. Cosentino
Minimum Fax, 2022
391 pagine, 18 euro